300 km con 2700 metri di dislivello e tutti su una Graziella di almeno 30 anni, senza sottolineare ‘l’autosufficienza’ e il non stop. Mentre sei in bicicletta il tempo si ferma

Questa però non la imito!…forse forse ci potrei provare in sella alla mia nuovissima e leggerissima  city bike, cambio Shimano, color verde militare e sacche di pelle porta oggetti sulla ruota posteriore, in attesa di aggiungere un altro optional, vero oggetto di culto, il cestino anteriore a forma di cassetta della frutta, un po’ inusuale, ma questa sono io. Ebbene, agli inizi di gugno mi viene spedito un comunicato in cui si racconta di una particolarissima avventura, una ‘scollinata’, un coast to coast, dal Tirreno all’Adriatico in sella alle care e un po’ antiquate Graziella, le bici che rivoluzionarono negli anni ’70 il mondo delle due ruote. La Graziella, sì quella che si chiudeva in due e con le ruotine piccole piccole, ma che nel giro di pochi mesi divenne ambita da tutti.

La pedalata iniziata il 31 maggio si è conclusa a Rimini il 2 giugno e a me non è restato che liberare la gallinainfuga che è in me, sulle tracce di Giuliano Serventini, il capo “ciclista”. E tra un’arruffata e l’altra riesco ad avere i suoi contatti. Subito scatta la prima domanda:”Da ciclista amatoriale a pensare ad un avventura come la coast to coast in Graziella….quanto è stato lungo o breve il ‘passo’?

“Il passo è stato lungo circa 12 mesi. Un piccolo preambolo: Tutti gli anni, il 6 di Gennaio il nostro gruppo di amici, si dirige in bicicletta in centro a Modena (n.d.r. il gruppo è del modenese).  A turno saliamo sulla Preda Ringadora, dove ognuno di noi espone i suoi buoni propositi o le sue sfide per l’anno in corso (http://randonneepercaso.wordpress.com/2014/01/06/06-gennaio-2014-la-preda-terza-edizione/) Lo scorso anno, mi sfidai e decisi di andare da SAN VITO al PASSO dell’ ABETONE in Graziella. Coinvolsi Massimo Torricelli, assieme al quale partimmo un sabato a mezzanotte ed arrivammo al Passo dell’ Abetone alle 9:00 della domenica mattina. 9 ore di pedalate, nella notte, fra le stelle e mille imprevisti. Durante il ritorno a  casa dall’ Abetone, mi balzò in mente in Coast To Coast. L’idea rimase nel cassetto fino all’iverno. Iniziai a parlarne con qualche mio amico e l’idea subito sembrò “malsana”. Solo Massimo Torricelli accettò subito. Passarono le settimane e il progetto iniziò a prendere vita, iniziai a scrivere le motivazioni, il tipo di viaggio (no stop e in autosufficienza), il percorso ecc…L’idea era sempre più folle, ma allo stesso tempo avvincente”

Tanto avvincente da finire su tutti i giornali le le tv locali. Bizzarra e portatrice di fatiche la scelta di rispolverare la nostra (che non abbiamo più 15 anni) Graziella di certo non agevole per l’impresa che avete portato a termine

“Il Coast To Coast, in molti l’hanno fatto e in molti lo faranno in bici da corsa o mountain bike…forse in pochi o nessuno in Graziella. Quale mezzo poteva far parlare, stupire e farci fare nuovi incontri, se non una Graziella? Così è stato, l’idea è stata vincente”

Giuliano per i ‘nuovi 15enni’, un po’ di tecnica

“La Grazirella è un mezzo robusto e allo stesso tempo fragile. ROBUSTO perchè pesa almeno 20 kg, tutta di ferro e con pochi fronzoli, FRAGILE perchè non è nuova. Cuscinetti, raggi e i pochi meccanismi sono datati e quindi più soggetti a rotture. La Graziella non è un mezzo per fare viaggi del genere, ma in questo caso ha mostrato i “denti” e si è fatta dare del LEI. Non è proprio comodissima, ma diciamo che tutto sommato non è neanche scomodissima. In discesa non si pedala, sul pari oltre ai 20 km/h non è possibile pedalare e in salita la cosa si complica”

E che c’entra Brigitte Bardot con la tua Graziella? Qualcuno ha collegato questi ‘poli’

“Il modello di Graziella su cui ho pedalato era lo stesso di quello utilizzato da Brigitte Bardot degli anni ’60. Ruote da 16 pollici, corona anteriore con 52 denti e posteriore 15.  L’ho acquistata sabato 12 Aprile 2014 da un ragazzo di Rovigo, che voleva liberarsene. Tutto sommato era tenuta bene, ma nonostante ciò assieme ad Andrea Barbi l’abbiamo completamente smontata, pulita, ingrassata, sostituendone alcune parti”

Urge a questo punto conoscere meglio te e i tuoi compagni di ‘pedalata’

“Abito a San Vito di Spilamberto, piccolo paese in provincia di Modena. Sono nato nel lontano 19 Gennaio 1977, lavoro presso un’azienda che si occupa di informatica e il tempo libero lo trascorro fra la mia famiglia e la bicicletta. Mi sono appassionato al mondo delle due ruote nel 2009, dopo aver abbandonato il calcio che mi ha visto tirare “calci” più che giocare per meriti. Grazie ad un gruppo di amici di vecchia data, ho iniziato i primi giri attorno a “casa”, per poi affrontare la mia prima randonnèe di 200km. Un mondo che credevo solo per super uomini, ma che in fondo ho scoperto essere alla portata di molti. Come dicono i vecchi saggi: “l’ appetito viene mangiando” e dopo la prima 200km, negli anni a seguire ho affrontato altre sfide, per me sempre al di sopra delle mie capacità: una 300 km, poi una 400 km, una 600 km e così di seguito fino alla  SiciliaNoStop di 1000km, per poi varcare le Alpi ed affrontare la regina delle randonnèe: la Parigi Brest Parigi di 1200 km e finendo lo scorso anno con la 1001Miglia in terra Italiana di 1620 km. Al termine di ogni mio giro, scrivo un blog, nel quale racconto di me e dei miei amici, coi quali condivido spesso momenti unici e indimenticabili: http://randonneepercaso.wordpress.com/

Massimo, uno sportivo per passione e grande amico d’infanzia. Dedica la sua vita alle montagne: scalatore su roccia, sciatore, corridore e infine ciclista. Nato per fare sport!

Gianni oltre ad essere un grande sportivo, sin dalla giovane età si afferma nel podismo percorrendo la 100 Km del Passatore in 10 ore per poi passare alle randonneè portando a termine la Parigi Brest Parigi in 64 ore. E’ un almanacco vivente del ciclismo, si ricorda tutte le date, chi è arrivato, chi ha vinto e forse se uno provasse a chiederglielo, sarebbe in grado di svelare anche chi vincerà il prossimo giro d’ Italia. Gianni: “un libro da ascoltare”.

Andrea, personaggio sportivo e singolare, il quale assieme a Gianni fece il giro dei Piccoli stati d’ Europa. E’ un ottimo meccanico, uno che con pochi strumenti riesce a riparare qualsiasi cosa.

Enrico, caro amico e noto randonneeur modenese! Con lui ho iniziato e pedalare sulle strade d’Italia e di Francia…

Quale itinerario avete scelto e perché

“Inizialmente la mia idea era semplicemente il “Coast To Coast Italia No Stop in Graziella” partendo da “La California” ed arrivando a Cesenatico (una sorta di Bettini-Pantani).Abbiamo scelto di partire a mezzanotte della domenica mattina da Marina di Bibbona vicino a “La California”, città natale di Paolo Bettini. Partire col buio ha sempre il suo fascino, pedalare la notte e ritrovere le forze con le prime luci dell’ alba non ha prezzo. Il percorso è stato suggeritoda alcune ricorrenze che proprio quest’anno si manifestano: La California, località di Bibbona, paese natale di Paolo Bettini, quest’anno è il Centenario  della nascita di Gino Bartali, il decennale della scomparsa di Marco Pantani e il 50esimo  della nascita della bicicletta Graziella”

Quanto tempo è stato necessario per portarlo a termine?

“Non starei a soffermarmi sul tempo impiegato, perchè non è una gara. Mentre sei in bicicletta il tempo si ferma, poi accellera, poi si ferma nuovamente a seconda delle emozioni che si provano incontrando gente, scoprendo volti nuovi e raccontando il proprio viaggio.Avevo stimato un tempo fra le 30 e le 35 ore. Abbiamo rispettato i tempi e questo è l’importante”

I momenti + esaltanti, quelli + emozionanti e quelli + disperati

“Le emozioni che ho provato sono state tante, tutte da ricordare sarebbe impossibile, ma molte hanno lasciato il segno. L’emozione più grande è la partenza, lo start, il rendersi conto che tutto ha inizio e il tutto deve essere portato a termine. E’ il pedalare uno in fila all’altro, è il sapersi gestire per non essere di peso al compagno di viaggio. L’alba del giorno che sta per iniziare è sempre qualcosa di meraviglioso, specialmente la mattina dell’arrivo, quando all’orizzonte ho imamginato il mare, li davanti a noi che ci attendeva.

Il momento più esaltante è stato l’incontro con il Sindaco di Dicomano e la sua giunta a metà percorso. Ci hanno offerto una doccia calda e ci hanno regalato una pergamena con un pensiero dedicato al viaggio in Graziella. Ci hanno fatto sentire dei ciclisti, ci hanno ascoltato e regalato qualche ora di relax, prima d’affrontare il passo del Muraglione.

Il momento più disperato rimane la seconda notte. La notte in cui le forze ti vengono a meno,il sonno ti devasta e il freddo ti fa tremare mentre i denti sembrano ballare il “can-can” in bocca. La discesa dal Passo del Muraglione è proprio questa: freddo, sonno e paura di cadere. Scendiamo dalla bicicletta perchè rischiamo di addormentarci in sella, percorriamo qualche km a piedi e poi ci fermiamo sotto ad un portico a dormire mezz’oretta. Il freddo ci fa tremare e ci costringe alla ripartenza. In questi momenti mi chiedo sempre “perchè lo fai, non ti è bastata l’ultima volta?”. Tutte le volte mi prometto che sarà l’ultima…ma mento a me stesso”

Qualche incontro particolare?

“Qualche giorno prima rilascio un’intervista a Radio2 durante la trasmissione Caterpillar. Alla partenza, qualche curioso si ferma, ci saluta e ci chiede se siamo noi, quelli che affronteranno il giro. Gente come noi, gente che si ferma e ci regala qualche sorriso. Non chiediamo altro”

.a proposito: cos’è per te la libertà?

“Che bella domanda! Ci vorrebbe una risposta altrettanto bella, ma non so se riesco a dartela. La libertà è la possibilità di sognare ad occhi aperti e poter realizzare i desideri che spesso vengono messi nel cassetto, aspettando il “domani”. La libertà è dentro ad ognuno di noi, ma spesso siamo costretti a tenerla a freno e solo in qualche circostanza riusciamo a liberarla”

La risposta Giuliano è più bella della domanda, colgo l’occasione per chiederti una chiusura adeguata

“Il raccontare queste cose, non rende l’idea di ciò che si è vissuto. Come dice un mio grande amico: “il giorno più bello del viaggio…è domani”. Precismente non ho mai capito cosa volesse dire, ma l’ho fatto un po mio. “Domani” è il giorno dell’arrivo, è il giorno del racconto, è il giorno in cui ci si ferma e si progetta un nuovo viaggio”

coast to coast in graziella manifesto

ciclisti in graziella