Fra’ vini è più sostanzioso quello raccolto in un suolo benigno che in un terreno leggero;
più quello di un clima temperato, che quello raccolto in un luogo umido,
o troppo secco, troppo freddo, o troppo caldo.

Aulo Cornelio Celso (25 a.C. – 50 d.C.)

Per me è stato illuminante, una serata di grande interesse che è riuscita, nonostante numeri, grafici, schede e relazioni più o meno lunghe, a chiarire molti punti riguardanti l’universo Vino e in maniera specifica il Lambrusco. Io che non posso dire di essere una ‘bevitrice’, amo molto il vino, la sua qualità, la sua filiera, il piacere di assaggiarlo e in genere, non torno mai da un viaggio senza una bottiglia di vino del territorio he ho visitato, con un’attenzione ulteriore, scegliere un marchio che difficilmente si possa poi trovare ovunque. E qui a seguire la mia esperienza

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Il mercato del Lambrusco: sfide per la commercializzazione del vino di qualità” è stato il titolo del convegno vitivinicolo che il teatro Comunale di Rio Saliceto ha ospitato anche quest’anno per la nona edizione, nell’ambito della Festa di Maggio. Si è svolto venerdì 12 maggio, davanti ad un’attenta platea di fruitori del settore, di tutti quei portatori di interesse che gravitano attorno a questo ambito e a questo prodotto altamente identificativo del nostro territorio.

A relazionare su questo ma anche su tutto il comparto agricolo emiliano romagnolo, grandi ospiti ad iniziare dal Vice Ministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Onorevole Andrea Olivero, Tiziana Sarnari, analista di mercato di ISMEA, Institute of Services for the Agricoultural and Food Marketing; Roberta Sardone, ricercatrice di Crea, Consiglio di Ricerca in Agricoltura e di analisi dell’Economia Agraria; Fabio Piccoli, Esperto di mercato internazionale del vino. Tra il pubblico anche la senatrice reggiana Leana Pignedoli vicepresidente della Commissione Agricoltura al Senato.

Ad impegnarsi nell’analisi del mercato, soprattutto internazionale, di un prodotto, il Lambrusco, che definisce la nostra terra ed è parte della nostra tradizione, il Comune di Rio Saliceto con la collaborazione del Credem Credito Emiliano.

Sicuramente avremo una convention entro la fine dell’anno sulla crisi del Lambrusco conferma la cordata Credem presente alla serata –  abbiamo già incontrato il CIRVE che è una delle più grandi scuole internazionali vitivinicole, una di quelle che ha contribuito al boom del prosecco che c’è stato in questi anni e che adesso sta lavorando sulla DOC del Pinot grigio. In questo percorso potrà darci dei consigli concreti sul mondo del Lambrusco e la stiamo organizzando per fine 2017. Per noi questo progetto è importantissimo, noi siamo nati come Banca Agricola Commerciale di Reggio Emilia, la vocazione agricola della nostra banca è centenaria ed è uno dei business su cui contiamo di più nei prossimi anni

Una problematica emerge con forza: nonostante il lambrusco sia diventato negli ultimi 10 anni, uno dei vini italiani più apprezzati ed esportati, raggiungendo 52 Paesi in 5 continenti, i produttori non riescono a ritrovare tale successo nel prezzo a cui l’uva viene loro pagata.

Lo scorso anno il sindaco di Rio Saliceto, Lucio Malavasi, lanciò l’idea del Distretto del Lambrusco, ma ad un anno di distanza, come lui stesso ha sottolineato nel corso del discorso di apertura del convegno “purtroppo questo obiettivo non è ancora stato raggiunto ma proprio in questi ultimi giorni sembrano vi siano spiragli per arrivare all’obiettivo – ha affermato Malavasi – L’assessora regionale alle politiche agricole Simona Caselli ha dato il suo benestare per l’invio alla Regione Emilia Romagna dell’ordine del giorno realizzato dalla rappresentanza dei Sindaci di cui faccio parte e condiviso con i Consorzi di tutela” .

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Nei prossimi giorni, a dimostrazione di quanto interesse ci sia alla base di un rinnovato interesse per un prodotto vinicolo come il Lambrusco, il primo cittadino riese ha anticipato l’intenzione di informare tutti i Sindaci per chiedere di approvare questo ordine del giorno in tutti i Comuni delle province di Reggio Emilia, Modena e Parma. Questo finalizzato alla promozione e valorizzazione del Lambrusco (adottandolo come testimonial identificativo del territorio), all’incentivazione e al sostegno dei produttori e delle aziende del Lambrusco attente ai criteri di sostenibilità, ma soprattutto ad appoggiare e stimolare i produttori presenti nel nostro territorio a favore della creazione di un cluster regionale del Lambrusco come strumento ideale per la promozione e la competitività del territorio.

A preoccupare è l’abbassamento che si è riscontrato per i viticoltori sul prezzo di remunerazione delle uve, mentre i consumatori sullo scaffale trovano il Lambrusco sempre allo stesso prezzo.

Nei territori di Rio Saliceto, Campagnola, Correggio, Fabbrico, Rolo e San Martino in Rio viene prodotto circa il 67% della Lambrusco reggiano e per chi abita e coltiva in queste terre, tale calo ha un impatto molto forte.

Di estrema chiarezza, in alcuni punti anche con forte schiettezza, la relazione di Fabio Piccoli,

Fabio Piccoli - esperto marketing internazionale del vino

esperto di mercato internazionale del vino che ha parlato del nostro vino con le bollicine come

Il Paradosso Lambruscoperché – come ha spiegato –  se c’è un prodotto oggi che in maniera straordinaria rispecchia le tendenze, le attitudini evolutive del mercato del vino a livello mondiale è proprio il Lambrusco, ma nonostante questo è una tipologia di vino che fatica a ritrovare la sua più chiara identità” proprio quella che invece, come ben spiegato da Piccoli, è l’elemento basilare per il successo di un prodotto. E la mancanza di una spiccata specificità porta ad una grande confusione nei consumatori e la tendenza all’appiattimento sia dal punto di vista comunicativo che del posizionamento sul mercato. Fabio Piccoli nella sua relazione ha evidenziato chiaramente le linee guida per tornare a saper difendere e diffondere una eccellenza del nostro territorio come il Lambrusco, facendo leva in primis sulla consapevolezza del prodotto, su una maggiore cultura e anche capacità di distinzione tra le diverse tipologie di produttori.

A concludere il convegno, che si è dimostrato essere un momento di importante approfondimento e interfaccia con i protagonisti del settore, Andrea Olivero, Vice Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che ha inteso sottolineare l’importanza di non cadere in standardizzazioni

andrea olivero - vice ministro politiche agricole

  “Io credo che per l’Italia il futuro stia sempre di più nella connotazione  dei propri prodotti, nel far sì cioè che le proprie produzioni non siano standardizzate e con modalità tali da collocarle sui mercati al massimo ribasso”    Necessario invece che abbiano una tracciabilità e una possibilità di essere apprezzati per la loro qualità e per la capacità di saper trasmettere allo stesso tempo la storia e il fascino delle terre in cui nascono.

Il Lambrusco – ha concluso l’on. Olivero –  non soltanto è un buon vino come ormai è noto, ma è anche fortemente rappresentativo di un territorio e questo credo sia un elemento importante per il nostro Paese

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