“Tutti si sbattono così tanto per essere alternativi e originali,quando basta così poco per distinguersi dalla massa. L’educazione, ad esempio”….Anonimo

maleducati in fila

Sto scrivendo d’istinto, anche se cercherò di mantenere il tono delle mie parole, il più pacato possibile. Ho tentennato spesso di fronte a questo argomento, una volta chiamata in causa negli uffici postali, un’altra nei supermeracati, ma stamattina anche all’Automobil Club, proprio no. Già ero restia a fermarmi, poi nonostante il caldo appicciocoso, la macchina bollente, i vestiti che te li saresti tolti lì dov’eri da tutto ‘il precedente’, ho deciso di andarci, era un dente da togliere (anche con parecchio ritardo, da smemoranda qual sono per certe cose). Poche persone “che bello” mi sono detta, faccio presto! Com’è che cantava Battisti ‘Che menagrama che sei…..’…ecco, non l’avessi mai pensato, ad iniziare dalla lentezza con cui gli sportellisti lavorano. Da filmarli e spedire il video a qualche loro responsabile.

file 4

Lenti, lenti, lenti,..che fatica alzare quella penna, passare quella carta,..che sudore! Fatto sta che, dal subito sono passata al quarto d’ora abbondante prima di poter accedere al banco. Esplico ciò che devo e al momento di pagare…”Ah no, quel tipo di carta non la prendiamo, non lo so perché, ma da noi non è valida, solo contante” Grrrrrrr, il mio self control già molto provato ha comunque retto, solo un disappunto di breve durata. “E va bene, vado, ritiro e semmai torno”.     Quindi ritorno alla macchina, ancora più calda se possibile, mi rifaccio tutti i semafori del caso, neanche uno sono riuscita a bypassare con qualche laterale, tutti me li sono dovuti fare. Corro alle Poste, aspetto e aspetto il mio turno al bancomat, ritiro e come una scheggia bagnatissima mi rinfilo in macchina alla volta dell’ACI. Fortunata nel parcheggio, che ritrovo lo stesso, poco distante e sempre all’ombra. Velocissima mi getto in bocca all’ufficio che trovo spaventosamente frequentato. Accidenti, ma tanto ormai c’ero. Calma e sanguefreddo come cantava quell’altro cantante ben lontano dai fasti di Battisti. Aspetto e aspetto, lunghe le pratiche, lentissimi gli impiegati, da svenire. Ad un certo punto entra tutta insieme una folata di gente che con tutta la tranquillità del mondo si guadagna il banco…….Ma non sapevano con chi avevano a che fare, con una personcina che le code le rispetta e non sopporta chi invece fa finta di non vederle. Al mio primo accenno che “qui è la fila”, uno dei due mi fa segno di non preoccuparmi perché deve solo chiedere un’informazione (la solita scusa). Appena libero l’impiegato, appoggiandosi solo lateralmente al banco per dare l’impressione di essere in velocità, chiede ciò che deve e ha la risposta che voleva, perciò si sarebbe dovuto spostare di sportello e di fila, cosa che stava facendo troppo lentamente, infatti……il suo amico, quello con cui ha superato tutti, si fa avanti come fosse arrivato il suo turno. Ah no, caro mio! In tutto il mondo le persone rispettano le file, perché da noi è così difficile rispettare le persone? Non gliel’ho fatta passare, mi sono avvicinata determinata, ma sempre contenuta, facendo presente che lui era arrivato per ultimo e che prima ci saremmo dovute essere una signora indiana prima di me e poi io. La signora invece attendeva una pratica in corso, perciò era il mio, di turno. E lui sapete cosa è stato in grado di rispondere, impunemente? “Ma non ho visto NESSUNO, non c’era NESSUNO QUI”. Non c’era/ nessuno/ qui/………No possible!!

maleducati 3

Gran stirpe di maleducati e mi riaggancio ai post di un sindaco del parmense che ogni tanto pubblica su facebook immagini di indecenza di angoli della sua cittadina, degrado e immondizia, sottolineando però che anche se in quei casi gli autori di tanta menefregaggine potrebbero essere giovani, la respondsabilità è tutta degli adulti incapaci di insegnare almeno le regole base, l’educazione e il rispetto per gli altri.

maleducazione 1

Perciò, come scriveva il sindaco, non rovesciamo sui giovani ciò che vedono fare a noi, noi adulti siamo il loro specchio, noi quello che vedono e che sentono. Ci sembra di essere un bell’esempio?

file 2