Contitinuo con mia grande sofferenza ad ascoltare storie di figli strattonati da un genitore piuttosto che da un altro, mezzi di ricatto nella fine di un amore, scudi, oggetti di scambio. Quante storie, quanti volti, quanti nomi, quanta sofferenza, ma soprattutto quanta arroganza ed egoismo. Ma non sono qui per elencare quello che già cronaca, talk tv ed esperienze di vita, raccontano già a piene mani. Sono qui fortemente indispettita, arrabbiata, allibita di fronte a tanta stupidità.

E un giorno di questi mi sono detta, basta, adesso parlo io. Anche se davvero controvoglia, racconterò la mia esperienza sperando possa essere da esempio, perchè tutto è possibile nella vita, soprattutto imparare a rispettare la propria vita e quella degli altri,ancor più quella dei propri figli. Anch’io ho vissuto la fine di un amore, di un matrimonio lungo 18 anni e vi assicuro che comunque la si possa vedere, sia per chi lascia che per chi è lasciato, è un’agonia da ambedue. E’ vero che si vive una sorta di lutto, dove tutto prende un colore diverso, un significato nuovo, vuoti, ricordi, lacrime, sollievo a volte, spaesamento. E in mezzo un figlio adolescente che abbiamo voluto proteggere ad ogni costo, oltre ogni nostra sofferenza, frustrazione, rabbia.

A mettere le cose in chiaro con i rispettivi avvocati per prima sono stata io, ma solo dopo essermi confrontata con quello che stava per diventare il mio ex marito. Non sono stati momenti facili, però ognuno di noi ha voluto, ha determinato di proteggere il figlio da tutti gli iter burrascosi che i nostri stessi avvocati avevano iniziato a sottoporci. “Il figlio sei mesi con un genitore sei mesi con l’altro”...questa è stata l’ultima goccia.

Quando si è paventata questa possibilità ho provato un dolore atroce e ho deciso in quell’istante che nessuno al di fuori di noi due avrebbe deciso per nostro figlio. Ma c’era un altro elemento fortissimo che stava concorrendo alla scelta della nostra risoluzione. Il dolore che avrebbe provato il padre nel momento della separazione fisica, non potendo più convivere col figlio abitualmente, non seguendolo ogni giorno, ridere con lui sempre, vedere la sua crescita quotidiana. No, non avrei mai permesso che il padre di mio figlio provasse tanto dolore. Perciò la nostra decisione è stata per un’affido condiviso e nessuna regola da parte di uno o l’altro ex coniuge. Il figlio e il padre sarebbero stati sempre liberi di vedersi, di sentirsi, di stare insieme ogni volta ne avessero avuto bisogno. E anche le nostre rispettive porte non si sono mai chiuse. Ancora oggi le nostre famiglie sono in contatto, ci si sente, ci si vede, ci si vuole bene. Perchè anche questo è un altro elemento da dover considerare. Se nel corso dell’unione i reciproci rapporti con le famiglie sono stati buoni (se non di più), non è ossibile pensare di gettare un colpo di spugna su affetti cresciuti di giorno in giorno. Se mantenuti con intelligenza e senza invadenza, non possono che essere una ricchezza per i figli.

Non dico che sia stato facile, prchè il dolore è stato tanto, ma l’amore che avevamo entrambi per nostro figlio è stato più forte. Oggi quando vedo ciò che è stato costruito, ne sono orgogliosa anche se, nonostante tutto, nei figli una percentuale di sofferenza propria, legata alla separazione dei genitori, rimane. E a volte da vita a reazioni impevedibili.

Un’adolescenza agitata ha comunque accompagnato la sua crescita, ma l’aspetto positivo è che noi, i genitori, ci siamo sempre stati. Tutta la famiglia ha fatto corona attorno, creando una rete forte di protezione. E insieme, insieme anche a tanti sbagli (immancabili), siamo passati attraverso una graticola durata qualche anno. Però ho sempre pensato che prima o poi tutto ciò che avevamo seminato avrebbe germogliato e così è stato.

Oggi ognuno di noi ha una sua vita, ma ognuna si interseca nell’altra. Presenze costanti e preziose per tutti. Nostro figlio si è appena sposato e noi siamo super felici, noi genitori continuiamo a sentirci quando è necessario, a scambiarci opinioni e anche tanti battibecchi, che sono stati comunque il filo conduttore della nostra storia. Come prima oggi, evidente il non poter continuare a stare insieme.

E quando mi coccolo da mamma il figlio (senza esagerare, ma con tanta passione) e vedo quanto equilibrio ha sviluppato e amore nei nostri confronti, provo una felicità infinita. Impagabile, inspiegabile a chi non l’ha mai provata.

Basta farsi la guerra uomini e donne, mariti e mogli, basta usare i figli per ottenere amore o benefit, basta far soffrire i figli nelle cause di separazione. I figli sono un bene prezioso e comunque sono nati da noi, attraverso il miracolo della natura, nelle nostre mani sono indifese pedine che un giorno potranno non volerci più o amarci fino alla fine dei giorni.  Dipende da noi, dalla nostra intelligenza, sensibilità, forza di volontà. Basta urlarsi odio e cattiveria, angherie e astio, che spettacolo devastante per un figlio che sta lì in mezzo a guardare e a chiedersi se schierarsi e con chi.

Date altre possibilità alla vostra vita accettando anche l’inaccetabile perchè la vita sa essere molto più generosa di quanto noi si possa credere. E io ne sono un esempio. Non pensiate che non ci siano state lacrime e voglia di scappare. Ma se lo avessi fatto oggi non sarei qui a raccontarvi la mia esperienza con le lacrime agli occhi. Ancora mi commuovo, ma questa volta sono lacrime di felicità. Si può fare!