Ho appena terminato un test dal titolo “E voi siete o non siete narcisisti?” pubblicato su Focus di Febbraio e gongolo nella risposta a queste domande così amene! Ho totalizzato 5 punti, sotto la soglia del minimo indispensabile per essere considerata..anzi ho anche rischiato l’eccesso opposto. Però sono soddisfatta del risultato “Viviamo nell’era del narcisismo – è scritto nel profilo che mi sono guadagnata col punteggio – eppure tu ne sembri immune. Non ti fai contagiare dalla selfie-mania, sei modesto e insegui i tuoi obbiettivi senza farti condizionare dalle mode o dagli altri. Leghi con facilità perché gli altri ti percepiscono come una persona autentica”. Be’ a differenza di chi totalizzerebbe il massimo del punteggio dai 14 punti in su che è descritto così “Piacere per te è la cosa più importante,etc etc,..”

E’ da sempre in effetti che combatto contro questa inclinazione che ormai è diventata non solo di massa, ma globale che induce le persone ad allinearsi alle, mode, direi, di qualsiasi genere: da quelle di pensiero, a quelle di colore, a quelle di moda, di studi, di esibizionismo. Anche se su questo ultimo termine mi sento più vicina; in fondo facendo il mio mestiere se dicessi che a me non piace ‘esserci’ (magari, anzi di certo, discretamente,ma esserci) direi una bugia. Nessuno che lavori nella comunicazione, in senso larghissimo, è davvero immune dall’essere un po’ esibizionista. Ciò che conta sono sempre le modalità, senza eccessi, si può vivere allegramente qualsiasi ‘mania’. Quel che è vero, per quanto riguarda me, è che sin da che ricordo, ho sempre sentito il desiderio di non far parte del ‘coro’, del gregge, ma essere me stessa, coi colori miei, con le mie lunghezze, le mie voglie, le mie manie, mai dettate dal trend. A volte non è stato facile, soprattutto quando vivi in città particolamente modaiole. Ma io mi sono formata alla grande scuola di vita romana, prima dello sbarco della tecnologia più esasperata, la più desiderata, la più utilizzata. Da quella stessa da cui io fuggo costantemente e ritento ogni giorno di vivere una quotidianità basic, impostando il mio pilota automatico su “non sento la necessità di……”. Nonostante questo imperativo che, come un piccolo corvo è appollaiato sulla mia spalla, io sto bene e se qualche volta sono fuori moda, per me è un nota d’orgoglio. Nel frattempo ho trovato anche un libro, terribile nel senso che chi fosse interessato alla materia, dopo averlo letto ne uscirà assolutamente cambiato

“Ho sposato un narciso, manuale di sopravvivenza per le donne innamorate”.

Non è il mio attuale caso, ma informarsi, male non fa e credetemi, Umberta Telfer, l’autrice, sa il fatto suo. In quarta di copertina, questa è la presentazione “Affascina e ferisce.E’ sempre più intelligente della media, è sensibile, seduttivo, grandioso. Cosa vuole il narciso dalle donne? In molti casi vuole essere aiutato a piacersi, piacersi, piacersi”..Aiuto! Accidenti se è vero, leggere per credere.

Magari ci ritorno sull’argomento

ho sposato un narciso, copertina