A parte che er basilico c’incanta perché profuma mejo de le rose, cià certe doti medicamentose che in tanti mali so’ ‘na mano santa. Abbasta ‘na tisana de ‘sta pianta che mar de testa, coliche ventose, gastriti, digestioni faticose e malattie de petto le strapianta. Pe’ via de ‘sti miracoli che ho detto, io ciò ‘na farmacia sur terrazzioni,
aperta giorno e notte in un vasetto. Dentro c’è ‘no speziale sempre all’opera, che nun pretenne modulo e bollino e nun c’è mai pericolo che sciopera”  Aldo Fabrizi

basilico

E’ ormai una costante per me, che lascio all’improvvisazione le questioni più spicciole. Per tutte le altre ho bisogno di un tempo salutare di sedimentazione. In questo spazio, trovo conferme del mio interessamento, il metodo peraffrontare la ‘cosa’ e gli sviluppi che ‘questa cosa’ potrebbe offrirmi.

E’ così che da parecchio pensavo di dedicarmi alla mia cara mammina, donna dal carattere vulcanico e allo stesso tempo di marcata solitudine, una di quelle donne a cui si è sempre detto, parafrasando una famosa pubblicità ‘caroselliana’, “con quella bocca può dire ciò che vuole” e assicuro che lei, ha Sempre detto ciò che voleva e continua a farlo all’alba delle sue “19” primavere. E allora l’altra sera sedute a tavola, dopo averla sentita raccontare e raccontare e ricordare e ricordare ho fermato tutto perchè il momento di approfondire la ‘cosa’ era naturalmente arrivato. Perciò in questi spazi lascerò che a raccontare sia lei. A cominciare dal basilico e da ciò che le ricorda. Quando l’ha usato in cucina qualche giorno fa ha fatto una filippica sul basilico, eccone una piccola parte