Quando il motore che senti dentro di te è una forte curiosità, quella che non riesci a sentire mai è la stanchezza mentale, quella per cui non c’è recinto virtuale che possa imbrigliarti perchè c’è sempre qualche domanda che richiede una risposta e qualche aspetto della vita che vuole essere scoperto da te. A partire da un semplice “Perché?”.

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Io penso che almeno una volta nella vita di ognuno di noi, o nella maggior parte di noi, sia balenata nella testa la voglia di chiudersi in un convento di clausura. Per il mistero che da sempre avvolge quel mondo, maschile e femminile, scoprire chi c’è dietro quei portoni serrati, quelle grate, quei bui,……vivere quel silenzio, gli orti, insomma tutto l’immaginario possibile che libri e cinema hanno saputo disegnare. Anch’io, ad una certa, tenera età, mi sono detta che avrei voluto diventare una suora di clausura. Perciò quando si è materializzata l’opportunità di ‘penetrare’ in quegli spazi,…non me la sono lasciata scappare. E’ accaduto in tempi recenti, non troppi anni fa. La prima volta oltrepassai l’androne del Monastero Sant’Antonio da Padova a Pennabilli con una esigua comunità di Suore Agostiniane.

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Ad accogliermi Suor Abir di cui ho avuto già modo di parlare. Ricordo ancora l’eccitazione, la curiosità nell’entrare al Convento. Ma quella è stata solo la prima esperienza, perché in seguito, forte di ciò che avevo visto o non visto, provato e sentito, appena si delineò una seconda opportunità, la colsi al volo. Una ex compagna di liceo aveva fatto ‘la scelta’, tanti anni fa, di cui noi tutti eravamo a conoscenza, ma che avevamo continuato a vivere da lontano facendoci mille domande senza trovare le risposte adeguate. Aveva lasciato la sua professione di medico pur di indossare quella tonaca e nascondersi dietro quelle grate.

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Poi qualche anno fa, ritrovando compagni di scuola che non avevo mai dimenticato, abbiamo deciso di andarla a trovare…Sarà che passa il tempo, si pensa e si riflette, si cercano le verità della vita e si spera che qualcuno possa indicartele. Con tutti questi ‘spiriti’ ci siamo ritrovati come ai tempi della scuola, e siamo partiti per la nostra prima (ne sono seguite altre) scampagnate fuori porta. Tanto fuori porta, perchè la meta era Tolentino. La nostra amica Piera, da anni Suor Maria Teresa, si trovava presso il Monastero Santa Teresa dell’Ordine delle Carmelitane Scalze.

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Mamma mia quanta tensione, quanta emozione la prima volta, stupendo provare tutto questo con amici che non si sono mai lasciati, almeno col pensiero. Siamo sempre stati molto uniti, da quando ci siamo incontrati la prima volta sui banchi della nostra 1° D del Liceo Scientifico Serpieri di Rimini. Io nonostante abbia trascorso con loro solo due anni, li ho sempre ‘amati’, portati con me nel corso dei miei viaggi, non ci siamo mai persi. E affrontare questa esperienza insieme, è stato ‘mistico’. La nostra Piera..quanto era cambiata, mi sembrava addirittura più imponente di allora, una vera forza, dalla voce suadente che non ricordavo avesse ai tempi della scuola. Ed è rimasta sempre al di là di quelle grate, ma quanta gioia ci ha regalato, un abbraccio caldo è quello che abbiamo provato e uno alla volta, come in un’audizione, ci siamo fatti avanti per raccontarci e ritrovarla. Alcuni hanno pianto, a lungo, perchè si sono scoperti davanti a lei, davanti a tutti noi, messi a nudo. Alcuni di noi cercavano risposte, hanno fatto domande e la nostra Suor Maria Teresa ha sostenuto quel vuoto che qualcuno aveva dentro, ma voleva a tutti i costi riempire. Io ho vissuto questa emozione con curiosità, a proposito….

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Ora con il terribile terremoto che ha messo in ginocchio il centro Italia e che ha toccato anche Tolentino, tutte le suore del Monastero sono state trasferite in quello di Fano, in provincia di Pesaro. Sicuramente con parecchio spavento, ma di certo la nostra Piera, una temeraria sempre, sarà stata un perno importante per tutte le sue consorelle. Una promessa, quella di rivederci presto, perchè, come ripeto spesso, indipendentemente dal Credo che ognuno di noi professi, penso che ogni ambito possa regalarci un’emozione, con rispetto e saggezza…qualche lacrima a volte e molta serenità.

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