“Era il 2011 quando scrissi questo breve ‘reportage’ sull’ingegnosità di una persona che conoscevo, ma di cui non conoscevo tante sfaccettature sino a quando indossando la stessa divisa da Volontari del Soccorso, in un servizio abbastanza lungo da permettere qualche chiacchiera in più, è emerso tutto questo suo mondo. Una fantasylandia, per me e lo scoprirete leggendo. Per una gallinainfuga che si rispetti, tanta ingegnosità artigianale non poteva che solleticare la curiosità. Ed ecco il resoconto”

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Visitando il suo laboratorio, osservando le sue ‘invenzioni’, ammirando le sue ‘opere’ sono tornata indietro di un ‘botto’ di anni (come usa il gergo dei giovani). Nel piccolo paese di mia madre che si snodava tutto sulla strada che collega Jesi a Fabriano, nelle Marche, tra quel  manipolo di case coi mattoni a vista, le montagne alle spalle e il fiume che si sentiva scorrere da lontano, c’era una costruzione che sembrava disabitata, un portone un po’ malandato che permetteva, attraverso buchi nel legno, a noi piccolissime pesti curiose, di sbirciare all’interno. Si diceva fosse la casa di un uomo che inventava cose, c’era mistero fuori e dentro quelle mura che sembravano celare una cantina ripiena di roba, ma di lui..nessuna traccia, solo quella sensazione ‘sospesa’ di avere come vicino di casa una specie di ‘piccolo Leonardo da Vinci’.

Racconto questo per introdurre una vita, quella di Gilberto Metalli, attraversata da una passione geniale che nulla ha fermato, ma che purtroppo non tutti ne conoscono il prodotto.  E’ un vero universo  di creatività messa spesso al servizio delle persone, perciò non una ‘natura morta’ per fiori appassiti, ma oggetti pensati per essere utili.

Lo stesso Gibo non strombazza ai quattro venti la sua capacità, inventiva, il suo talento, quasi stentasse a riconoscerlo, perché non si nasce protagonisti, a volte lo si diventa, altre volte si rimane co-primari (nel migliore dei casi) o caratteristi.

Gilberto, nato a Rimini, di piccola statura e dal viso sempre sorridente, si svela un po’ per volta. Piccoli accenni, un indizio qua e uno la’, sino ad arrivare alla risoluzione del puzzle. A vederlo, non si direbbe, così..nonno (lo è effettivamente di Nicola, Filippo,Tommaso e della piccola Marta), pacifico come un nonno, ma dalla vivacità interiore incredibile.

Mi parla prima di ogni altra cosa dei suoi mosaici e scopro che ha inventato un metodo tutto suo di realizzazione

“Non so se ne sono l’inventore, di sicuro posso dire che l’idea non l’ho copiata. Penso che sia un sistema che permetta a tutti di costruire un mosaico decente già dalla prima esperienza. Lo si costruisce direttamente su di un disegno e le tessere sono pezzi di mattonelle da bagno che cerco personalmente tra materiali usati e che spezzo, rompo, scheggio come meglio credo. Costo praticamente pari a 0”

Certo, costo 0, ma un pezzo di questo genere è puro artigianato, perfetto e originale. Ne ho ammirati alcuni alle pareti di casa sua dove sono stata invitata per l’incontro. Una bella residenza di collina, in mezzo ad un grande giardino, tantissimo verde che funge si potrebbe dire da esposizione naturale, visto che accoglie molte ‘invenzioni’ firmate Gibo, da una piccola vasca arricchita di infiniti piccoli optional, tubi e manichette che sgusciano ovunque, una griglia enorme come solo nei fumetti ne avevo viste con ogni accorgimento utile alle necessità di una cottura senza fumo, sotto vento, comoda e maneggevole.

E,gioia dei miei occhi, sogno ‘confessato’ praticamente di qualsiasi bambino, una casetta su un albero per i suoi nipotini, due dei quali ci girano intorno tutto il tempo della mia permanenza in casa Metalli. Ha pensato davvero a tutto, ci sono le luci esterne, le finestre che si possono bloccare, tende e seggioline a scomparsa.

C’è un altro elemento straordinario nella sua vita, la moglie Silvia, svizzera puro sangue. Davvero una combinazione inedita, a voler usare una logica spicciola perché stupidamente si pensa ad un uomo così eclettico e pieno di sorprese e sicuramente ‘non domo’  (come ci ricorda qualche passo poetico) e una donna nord europea, lineare, ordinata, concreta.

Ma il vivere ci riserva tante di quelle sorprese che sarebbe un peccato valutare in modo scontato il nostro ambiente. Un romagnolo e una svizzera, un matrimonio perfetto, è il caso di dirlo. Qual è il segreto?

“1)mai offendere l’altro/a. 2)il matrimonio è “il contratto”per eccellenza. Per me è sempre stato un disonore non rispettare i patti. Anche se vieni a scoprire che non hai fatto un affare. Il mio contratto comunque è stato un buon affare. Spero anche per la Silvia,mia moglie”

Qual’era Gibo il tuo lavoro, prima di arrivare al pensionamento?     “Ho sempre lavorato al mare. Prima bagnino con mio padre, poi con il supporto prezioso della moglie e alla  fine barista in un bar di spiaggia con l’aiuto anche dei due figli”

Quali sono esattamente le tue passioni/hobby?     “Creare cose nuove sopratutto col ferro. Arrangiandomi  con quello che ho sempre trovato”

Infatti le sue creazioni, a parte alcune eccezioni in legno e ceramica, sono tutte di ferro, con uno stile proprio, un tocco unico che permette di riconoscerle in mezzo ad altre.

Quando hai scoperto queste capacità?     “Una certa manualità e capacità di progettazione l’ho sempre avuta”

Cosa ti appassiona in quello che crei, qual è la fase che più ti piace?L’ ideazione, la realizzazione o il completamento?   “ L’ideazione di certe cose mi ha fatto dormire molte ore di meno. Sai,io non so disegnare, per cui il progetto dovevo averlo tutto in testa,  in tutti i particolari. Quasi sempre le cose mi sono venute al primo colpo. Faccio alcuni esempi:  il mio metodo per  il mosaico. Alla prima esecuzione ho avuto il risultato che avevo in mente. Il “trici”, è stato un altro risultato riuscito alla prima botta ,sia come funzionalità,che come accessori e componenti varie. La caldaia ad aria del camino, partita da una vecchia ventola di una caldaia stagna da me riparata e da un po’ di ferro che mi era rimasto,funziona benissimo . Le idee sono facilmente diventate realtà”

Quanto tempo hai dedicato e dedichi a tutto ciò?    “C’è stato un periodo quando ho deciso di andare in pensione che praticamente lavoravo tutto il giorno e tutti i giorni. In quel periodo ho fatto di tutto e di più. Praticamente costruivo (creavo?)abbastanza a getto. Libreria ,lampade e mobile da bagno a mio figlio,candelieri secondo le esigenze e le idee di mia moglie e della casa. Tavoli,tavolini ,inferriate che hanno la caratteristica di non far pensare alle grate”

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Tua moglie che ruolo ha in questo tuo essere creativo?   “Il ruolo di mia moglie è stato sempre molto molto importante per me ,sia nel lavoro che incoraggiandomi e apprezzandomi  in quello che facevo”

Dove crei e cosa ti ispira?    “Creo prima in testa,e , poi in officina (un buco perennemente in disordine),  molto spesso usando quello che mi ritrovo per le mani. Ho (avevo)sempre fretta di fare le cose subito”

Sono rimasta estasiata dalla tua bicicletta, sarà il nuovo trend ne sono sicura, ma..ha un nome?   “Certo, l’ho chiamata  ‘TRICI’, abbreviazione di ‘bicicletta a tre ruote con tutti i confort per trasportare da uno a  quattro nipotini, fino a  tre anni circa’. Esempio: parabrezza, tendalino, portabicchieri,tromba/ campanello,cassetto pronto soccorso e attrezzi”

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Ci aggiungere la possibilità di trasformare l’interno in un comodo lettino, perché..si sa, i bimbi si addormentano subito quando sono cullati dal movimento. Ti senti un po’ bambino ancora?     “Credo proprio di sì. Sto tanto bene coi bambini, che  a più di sessant’anni ho fatto un corso da clown. (è anche Volontario del Soccorso della Croce Rossa Italiana, per il Comitato di Rimini). Ora in casa mia  ci sono quattro di clown .Il nonno coi suoi tre nipotini più grandi. Anche loro hanno voluto il camice, la parrucca e il naso rosso. “Un spetacolo!!!Non vedo l’ora di arruolare anche la Marta ,la più piccola” (ha appena 20 mesi ma è una vera Patty piperita. N.d.r.)

A proposito di volontariato, ma quanto sei attivo?    “ Sono anche guardia ecologica. Ma questa è un’altra cosa. La generosità mi è sempre piaciuta (a parte le delusioni che le fanno da cornice)”

Come entra nella tua vita la tua voglia di creare?    “Fammi partire da lontano. Sai,una volta tutti bevevano. Mio padre, mio nonno e sicuramente anche il mio bisnonno. Spesso i figli di ubriaconi nascono artisti. Nel mio caso penso sempre che ..se i miei antenati avessero bevuto un pò di più…!”

Hai mai pensato di vendere le tue opere?    “Sì. Qualcosa ho anche venduto. Ma quasi niente rispetto a quello che ho regalato o fatto per  parenti e amici”

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Neanche ad una mostra hai mai pensato?       “ Ho fatto un paio di esperienze alle feste di paese. Il gioco non valeva la candela”

Come vorresti che ti si descrivesse?      “In Romagna esiste la parola giusta: UN gran PATACA”

Ma riesci a combinare tutto, famiglia, nipoti, casa, volontariato, creatività,……?   “Devo confessare che la cosa diventa sempre più pesante,ma….come cantava l’Orietta Berti,..fin che la barca va,lasciala andare”

Ai tuoi nipotini cosa piace di più di ciò che hai inventato/creato per loro?    “Sicuramente il carretto tutto fare e il trici perché se li godono spesso. E..anch’io”

Insomma venire da te, per loro, è come andare al luna park, per forza non se ne vogliono andare..!   “Sicuramente da noi vengono molto volentieri. Ed è altrettanto certo che con me e mia moglie fanno delle cose che pochi bambini riescono a fare”

Quale tua opera/invenzione vorresti poter vendere?   “Sarei molto felice se il mio ‘trici’ fosse commercializzato. Non tanto per i soldi (si fa per dire)ma per vedere riconosciuta un’idea che non è altro che l’uovo di Colombo non apprezzata dalla moda d’oggi”

C’è un personaggio dei fumetti/cartoni animati/….in cui ti riconosci?    “Si , chi alla fine sarà premiato con un gran calcio nel …bip….(censura).  Sarei sorpreso se alla fine non andasse a finire così”

Che meravigliosa sorpresa questo piccolo grande Archimede Pitagorico di Romagna!

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