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Ma non è…quel confettino pubblicizzato da Tino Scotti che risistemava un intestino imbarazzato..”Ghosting” è un nuovo fenomeno che avvolge il web e che definisce chi dal web sparisce, di cui si perdono le tracce, volenti o nolenti. La tecnologia come sempre da una mano ti da’, dall’altra ti leva..è proprio il caso di dirlo. Ma se da Gallinainfuga conoscevo l’esistenza di un sito (sono passati svariati anni e non riuscirei a tornare su quelle tracce semmai esistessero ancora) che ti permetteva di dileguarti e crearti a piè pari un’altra vita ovunque l’avessi desiderata, non sono affatto una sostenitrice di questi “viaggi” perché ho sempre creduto nel senso di responsabilità. Lo stesso che non mi permetterebbe mai di decidere di scomparire d’emblée. E’ stranissimo che invece la mia…mammina, quando ci troviamo insieme e io la lascio ad aspettarmi in auto, è sempre terrorizzata che io non torni…Neanche la mia mammina mi conosce così bene, forse. Oppure è possibile che lei fiuti la mia natura selvaggia..che però rimane pur sempre “responsabile”.

Tornando al “Ghosting” , scopro questo fenomeno attraverso un articolo firmato da Roselina Salemi e che descrive il senso di frustrazione di chi si lascia ad aspettarci. “Ghosting”, basta la parola e la voglia di cancellarci da ogni social, piattaforma, dal web insomma. Se questa cancellazione viene fatta da altri a nostro danno, è un problema per noi, se siamo noi a procurarci la scappatoia, il problema è di chi lasciamo ad aspettarci. Nell’articolo leggo che questo ‘sport’ sta straziando cuori e autostima di una infinità di persone. Non a caso lo si definisce ‘fenomeno’, no? La Salemi fa poi una scorsa di percentuali e tra queste compare anche la “fantasmizzazione” di ex che, credo, sia in fin dei conti, una pratica naturale e molto salutare. Ben il 63% dei testati da un’indagine firmata ‘Privacy Managment on social media sites’, ha cancellato gli ex, 67% donne, 58% uomini.

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Di certo il “Ghosting” è una creatura della tecnologia e proprio per questo molte volte coinvolge persone che neppure si sono mai conosciute personalmente, ma che nel web hanno investito molto, troppo, desideri nascosti, personalità sconosciute, il piacere di pensare di essere al centro di un numero sempre maggiore di amici. Nonostante questo senso labile delle relazioni, se qualcuno scompare, senza preavviso, per sempre, da ogni dove e che non ti permette di sapere con quali generalità ricomparirà nel web, può lasciare fratture insanabili.

Peggiorate proprio da questa assenza fisica che sembra essere il plus valore dell’universo web. Più difficile sarebbe scomparire da persone che realmente vivono intorno a te, che sanno dove abiti, che lavoro fai, chi frequenti, dove ti piace fare un aperitivo,….

Non per questo nella vita reale non accade, eccome se accade! Non vi è mai capitato di rimanere ad aspettare qualcuno che non sarebbe più arrivato? Di tentare telefonate senza voce e senza risposta? C’è chi viene lasciato con un messaggio o con una mail, amicizie che si spezzano all’improvviso e c’è sempre qualcuno che non vuole più saperne di te.

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A me è capitato e solo dopo tanta sofferenza scoprii che ero stata vittima di una ‘dispetto’ proprio tra amiche..ops ex amiche. Ho ancora l’immagine stampata davanti agli occhi, avevo 20 circa e quella mattina saremmo dovuti andare al mare a Fregane, sul litorale romano. Essendo da sempre una località di tendenza non mi ero risparmiata nel cercare qualcosa di bello, estivo, che non mi facesse sfigurare. E pronta alla giornata di mare, ho aspettato che passasse a prendermi, ho aspettato, ho aspettato,…..Non l’ho più visto, né prima durante una frequentazione ancora fresca e alle prime battute mi erano arrivati messaggi non chiari. Al contrario sembrava tutto così piacevole e lineare…e d’un tratto sono stata vittima,oggi si direbbe appunto, di “Ghosting”….Il mio orgoglio però è stato più forte della sofferenza.

Anche la collega Roselina Salemi che ha firmato il pezzo è andata a concludere con la metafora di una certa Ilaria Genovesi “Chi chiede l’amicizia vuole andare per mare e qualcuno lo prende sulla barca. Ma guai a salire senza precauzioni. Accetta dunque di salire ma con un salvagente e un numero di soccorso”. Ed infine “Come in ogni buona “ghost story” – scrive la Salemi – bisogna risolvere le questioni in sospeso e andare verso la vita vera. Il virtuale, come il Paradiso, può attendere”

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