Anche il mio ‘gallinainfuga’ ha il suo passato, radici che si sono fatte spazio in un programma radiofonico a me sempre caro e in quello spazio ho dato vita ad un diario dove quotidianamente appuntavo, nel tempo, umori e riflessioni, pensieri e disappunti, come questo

“Sempre a proposito di radio non capisco perchè ancora, dopo tanti anni di onesto, anzi onestissimo lavoro delle radio “libere”, ancora il ‘fare radio’ sia uno strano mestiere per molti. Quando ti chiedono che lavoro fai, non sai mai a che santo votarti e cominci a pensare alla velocità della luce come presentarti, quali terminologie usare. Io ho iniziato optando per conduttrice radiofonica, dal 2001, anno da cui appartengo ufficialmente all’Albo dei Giornalisti, per fortuna mi salvo appunto come giornalista, perciò alla domanda “Che lavoro fai?”, pur annaspando pier siegare che è serio, ma che per molti è solo un giro al luna park, mi presento prima come giornalista poi come conduttrice radiofonica. Che stress! Il fatto è che tutto il popolo dei ‘radiofonici’ ancor oggi, anzi a tutt’oggi,viaggia come in un sottobosco, come vivessimo in una città sotterranea di cui tutti conoscono l’esistenza, ma che pochi intendono conoscere da vicino. Ci si limita spesso a pensare che lì dentro ci si diverte, che il nostro è un lavoro/non lavoro. D’accordo, è possibile, anzi più che possibile che alcuni prodotti non siano all’altezza dei tempi, che ancora oggi esistano realtà radiofoniche che sono rimaste inalterate dalle origini, che a volte i dj o conduttori radiofonici, sembrano essere stati presi proprio da chissà dove…Però, per chi ne ha fatto, come me, una professione, ‘fare radio’ è decisamente impegnativo.

Serve carattere, dialettica, una base culturale che ti permetta di affrontare ogni ambito in ogni situazione, scorrevolezza, senso dello humor, conoscenze informatiche, musicali, sensibilità, empatia. Per descrivere la leggerezza con cui veniamo spesso vissuti, c’è un esempio che mi riguarda in prima persona. Tempo fa una conoscente mi ha avvicinata così “Lo sai che ti stavo ascoltando? Ero in macchina con mio marito (uomo da un alto profilo professionale) e stava passando un’intervista molto interessante. Credevamo di esserci sintonizzati su una rete Rai, poi alla fine ti sei presentata. Ma lo sai che sei brava davvero, a vederti non si direbbe!”….Grazie davvero! Che grande soddisfazione! Ma ho capito a cosa si riferiva e ho accettato un bel complimento.

Il fatto è che spesso proprio questo lavoro ci porta ad essere sorridenti, gioviali, è la stessa musica che ti scarica, almeno mentre sei lì. Perciò se da una parte si ha di fronte una persona così ‘giullaresca’, dall’altra c’è una grande professionalità che anche quando è visibile, non la si vede davvero, offuscata da pregiudizi o luoghi comuni.  Ovviamente tutto ciò non riguarda personaggi e molti personaggini che, per fortuna loro, hanno trovato spazio nelle grandi radio.