Chi non lavora, non fa l’amore…” cantavano Adriano Cementano e Claudia Mori, ma anche chi lavora stanco e stressato non produce un granché, di certo sotto la media, la sua media.

E in merito si sta spendendo parecchio inchiostro per riuscire a far intraprendere strade più ‘illuminate’ ai business leader. La sola storia italiana riporta alcuni eccellenti esempi, ma è probabile che la mentalità di casa nostra non sia ancora predisposta ad accettare un cambio delle regole e una visuale diversa.

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E leader illuminati lo si può essere in ogni ambito, piccolo o grande che sia, in famiglia, tra amici, tra compagni di viaggio, ovvero tra coloro che condividono interessi specifici e che insieme percorrono della strada fatta di tempo/emozioni/convinzioni/….

Tra i tanti articoli che mi è capitato di leggere, ce n’è uno firmato da Laura Antonini e intitolato “Dov’è il manager? Sta giocando”.

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Il breve approfondimento contiene anche dei numeri dai quali vorrei partire perché decisamente indicativi di un fenomeno che non riesce a diventare tale alle nostre latitudini, nonostante la storia italiana riporti di esempi eccellenti.

A investire in formazione in Italia è il 50,2% delle aziende, una percentuale non entusiasmante rispetto alla media europea del 60% ha spiegato Roberto Angotti, responsabile del gruppo di Studi di Isfol che insieme ad Istat hanno pubblicato un’indagine mirata. Ma sono proprio le aziende che decidono di scommettere sui metodi innovativi ad avere la meglio sulla crisi ha sottolineato Angotti. L’autrice dell’articolo ha così elencato alcune strade innovative che hanno come obbiettivo il , la creazione di un team di lavoro.

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Questo è il vero nuovo aspetto di questi ultimi anni, il potere del gruppo sul lavoro del singolo. Cambia esattamente la prospettiva di lavoro, si avvia una rivoluzione interiore in ogni membro del gruppo per imparare a creare valore senza puntare esclusivamente su se stesso, vivendo di una competizione sana, condividendo un unico scopo. Tante le testimonianze entusiaste di chi ha vissuto e vive tali esperienze. Il lavoro diventa altro, il luogo dove le qualità personali vengono esaltate e integrate a quelle degli altri componenti il team.

Ed è così che l’autrice dell’articolo elenca alcuni esempi italiani, alcuni dei quali all’apparenza un po’ bizzarri, ma se ci si concede del tempo per una riflessione, si riesce a vedere oltre.

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Come per i Business Games della società Artémar, veri tornei di video giochi che stimolano le capacità decisionali, il lavoro di gruppo e la capacità di problem risolving. Ma c’è anche il programma Renaissing firmato dall’Università finlandese Turku, dalla Royal Society of Art di Londra e dalla Futour. Il programma, elaborato da poco, lavora come specifica la Antolini,  sulla leadership per imprese come Nokia e Rolls Royce.  Una visita a Venezia o a Roma, teatro dei grandi imperatori del passato, sono stimoli che aprono la visione ai manager che vengono così ispirati nei rapporti e nell’organizzazione delle loro aziende. E con queste parole del direttore di Renaissing che si chiude il breve, ma illuminante, approfondimento della collega Laura Antonimi.

Esempi tutti italiani ne abbiamo avuti, come Adriano Olivetti definito visionario, utopista, manager illuminato, un imprenditore fuori dagli schemi per l’epoca (fine anni ’30 inizio anni ’40)

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o come Luisa Spagnoli, imprenditrice visionaria, come leggo nel sito JUNglam, donna capace di realizzare importanti cambiamenti per la vita dei lavoratori e ancor più per le madri lavoratrici. Secondo i critici Luisa Spagnoli è stata un vero e proprio precursore del welfare aziendale che oggi caratterizza, come leggo nel sito, le aziende più ‘illuminate’.

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Per imparare ad essere migliori