Se ne parla di meno, sono meno condivise le attività di associazioni come questa, eppure, in una realtà cruda come quella attuale, il loro impegno, io trovo, sia strategico. Sono associazioni di soli uomini che vogliono con determinazione dimostrare la loro indignazione per un fenomeno purtroppo dilagante come quello della violenza sulle donne e non mancano di sfilare con le altre realtà al femminile come è accaduto ieri anche a Parma. l’Associazione “Maschi che si immischiano”, infatti hanno partecipato al corteo organizzato dall’Associazione Casa delle Donne, sezione parmigiana, come ha raccontato Alvaro Gafaro presidente dell’Associazione

Siamo stati invitati a partecipare allo stesso corteo, abbiamo sfilato per le strade della città senza però, questa volta, fare discorsi in piazza. Abbiamo trovato più opportuno mostrare cartelloni di denuncia e di invito alla consapevolezza e all’assunzione di responsabilità.”

Prima di riportare del nostro colloquio, un rimando mi sembra necessario alla Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, approvato e firmato nella primavera del 2011.

Tra i vari articoli, il terzo definisce termini chiave, come riporto testualmente:

  • la violenza contro le donne è la violenza dei diritti umani e una forma di discriminazione nei confronti delle donne e si intendono tutti gli atti di violazione di genere che determinano o sono suscettibili di provocare danno fisico, sessuale, psicologico o economico o una sofferenza alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica o privata;
  • la violenza domestica”: tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima;
  • la violenza di genere“: sta a indicare i ruoli socialmente costruiti, comportamenti, attività e attributi che una data società ritenga appropriati per le donne e gli uomini.
  • “la violenza contro le donne basata sul genere designa qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato

L’Associazione “Maschi che si immischiano” si è costituita a Parma nel 2016 da un gruppo di uomini, appunto, che volevano esprimere la propria indignazione di fronte ai fatti di cronaca che si registrano con una cadenza allarmante, quasi quotidiana e una “cultura maschilista – come Alvaro Gafaro ha detto – che continua ad imperversare nella nostra società

Da 5 anni a questa parte su quale attività si è basata la vostra associazione?

Il nostro nucleo è formato da 12 persone, tra cui una sola donna che ci permette di confrontare i metodi di pensiero. Il nostro gruppo è molto eterogeneo, diversi perciò, ma con un unico pensiero e unici obbiettivi, dimostrare disgusto di fronte alla violenza di genere, a quella domestica e anche il nostro disappunto per il ruolo che continua ad avere la donna nella nostra società. Ci accomuna perciò il desiderio di avere una società egualitaria, basata sul reciproco rispetto fra maschi e femmine

Ecco, perché proprio ‘Maschi che si immischiano’ come nome per la vostra associazione?

Perché spesso ci viene detto di non immischiarci di fronte a problemi di relazioni altrui, invece noi abbiamo deciso che ci immischiamo, che qualsiasi fatto di violenza è una questione che riguarda ognuno di noi, che non può lasciarci indifferenti e tanto meno inattivi. Per questo la scelta di chiamarci “Uomini che si immischiano” e per dire con forza che noi, queste cose, non le vogliamo, non le tolleriamo e le denunceremo sempre”

Quali sono state perciò le vostre azioni in questi cinque anni di vita dell’associazione?

Sono state nella maggior parte dei casi di denuncia e consapevolezza. Abbiamo un sito Facebook molto attivo sul quale continuamente riportiamo i fatti di cronaca per ricordare che la violenza degli uomini contro le donne è ancora purtroppo a livelli molto alti e spesso rimangono coinvolti altri famigliari e ancor peggio i bambini che ne diventano drammaticamente testimoni o loro stessi vittime. Con le nostre pubblicazioni intendiamo continuare a sensibilizzare le persone contro questo fenomeno e dimostrare che ancora esiste, ancora c’è ed è in mezzo a noi”

Oltre a quella di ieri, voi avete già organizzato manifestazioni ‘di piazza’, diciamo così?

Certo, noi siamo proprio nati realizzandone una. 5 anni fa abbiamo deciso di accompagnare il corteo dei Centri Antiviolenza (di donne per le donne), cortei notoriamente al femminile. Sono presenti anche alcuni uomini, per lo più amici o parenti di chi è presente o familiari di qualche vittima. Noi all’epoca, abbiamo deciso di organizzare una manifestazione parallela in cui un gruppo di uomini, in realtà piuttosto consistente (eravamo circa 2.000) avrebbero sfilato autonomamente, per poi ricongiungersi ai partecipanti dell’altro corteo, quello dei Centri Antiviolenza. E’ stato in quell’occasione che abbiamo deciso di creare l’associazione con la consapevolezza che ogni violenza di genere è solo la punta di un iceberg. Molte ancora le disparità tra uomini e donne nella nostra società. Io che lavoro con le aziende, realizzo che purtroppo  di disuguaglianze di genere ce ne sono ancora a partire proprio da quella del compenso, a parità di ruolo non corrisponde una parità di ritorno economico”

https://www.facebook.com/MaschiCheSiImmischiano/videos/439957624357528

So che siete spesso chiamati a collaborare con le istituzioni

Si, abbiamo iniziato collaborazioni con le scuole e le istituzioni in genere. Ad esempio l’altro giorno ci aveva invitato il Comune di Langhirano per l’inaugurazione di una ‘panchina rossa’, diventata ormai il simbolo della lotta alla violenza di genere”

In questa richiesta di consapevolezza nell’uomo e dell’assunzione di responsabilità, che ruolo gioca invitare l’uomo a ritrovare la propria forza interiore, diversa profondamente da quella fisica?

E’ un discorso ampio, hai aperto un capitolone. E’ una questione che noi trattiamo spesso nei nostri incontri. Sappiamo che il mondo emozionale sta prendendo sempre più piede all’interno delle relazioni affettive. 30 anni fa Daniel Coleman sdoganò il concetto di ‘intelligenza emozionale’(il libro è “Intelligenza emotiva’ n.d.r.) quella che permette di conoscere e gestire le proprie emozioni. Io credo che noi uomini dobbiamo ancora imparare moltissimo sotto questo punto di vista. Sin da piccoli ci hanno insegnato che emozione è uguale a debolezza, vulnerabilità. Noi ora sappiamo, invece, grazie alla scienza, che è esattamente l’opposto. Solo le persone che accolgono le emozioni come parte della propria esperienza di vita riescono a vivere pienamente, dimostrando di essere persone più performanti, più efficaci, più felici e capaci, quindi, di trasmettere questo stato a chi sta loro vicino”