Ancora una volta a parlare è uno dei miei contatti social, una lista di persone, che come in altre occasioni ho sottolineato, chi per un verso, chi per un altro, rappresenta uno spaccato di vita, personale e/o professionale, da raccontare. Da quella più semplice a quella più articolata. Tutti piccoli universi che mi fanno tornare alla mente un prezioso teatro italiano, quello di Mantova. Non so quanti di voi l’avranno visto o visitato o si saranno sedute su quelle poltroncine per assistere ad uno spettacolo, ma non perdete l’occasione di ‘sapere com’è’. Una volta entrati dalla porta principale vi sembrerà di essere entrati all’interno di un anello, della corona di un anello, composta da tantissime gemme, piccole, ma luminose e importanti.

Stefano Jacurti è un anello di questa catena di conoscenze.

Perfettamente a suo agio tra cinema indipendente e scrittura, è “uno dei pilastri della cultura western in Italia” come lo ha definito il sito specializzato farwest.it. E a lui avevo già riservato dello spazio

https://gallinainfuga.altervista.org/stefano-jacurti-western-amore-mio/

Nel 2018 ha prodotto e interpretato, oltre che co-diretto con Emiliano Ferrera il film “Se il mondo intorno crepa”, pellicola premiata negli Stati Uniti

Ora torna con un nuovo libro, “Appunti sulla Guerra Civile Americana”, attualmente reperibile su Amazon Feltrinelli, Mondadori, E Bay, IBS e altri ancora.

E’ lo stesso Jacurti a tracciarmi la storia di questo testo. Interessante scoprire attraverso una spiegazione o un commento, anche stralci di vita privata che fanno capire meglio anche una parte delle motivazioni che l’hanno fortemente spinto verso questo genere cinematografico e letterario, ma ancor prima appassionato di un pezzo di storia americana tanto intensa da diventare protagonista di una serie infinita di film e produrre nel mondo un pubblico numerosissimo di estimatori.

“Ho potuto scrivere un saggio storico sulla guerra civile americana, perché dopo aver voltato pagina, ero guarito dalle delusioni – così inizia la sua riflessione in esclusiva per il blog Stefano Jacurti – La ‘civil war’ per tutta una seria di motivi che ho cercato di spiegare in quelle pagine, non è stata e non è ancora studiata a scuola come si deve, ma lo stesso avviene anche per altri paesi. Arriva sempre quello che ti dice che se non sappiamo bene la nostra di storia, figuriamoci quella degli altri. E’ vero, ma le ingessature non mi piacciono e ho cercato di dare un contributo per far capire che razza di carnaio fu la guerra di secessione che in alcuni casi si interseca anche con la storia del west e i suoi personaggi, perché nella guerra fra nordisti e sudisti c’erano anche loro, ma più giovani. Ho letto varie biografie, ho letto del generale Ulysses Grant e il generale Robert Lee. Ho letto chi erano, le loro imprese, ma anche come pensavano e quali problemi avevano, perché erano uomini e non super eroi. Ho letto le memorie di molti personaggi famosi di quel periodo, volevo andare fino in fondo raccontando i loro profili.

 Sono cresciuto così, con quel cinema, fango, sudore e polvere da sparo, respirato a causa di mio padre che era compagno di scuola (non di classe come Morricone) di Sergio Leone e che prima di conoscere mia madre, da ragazzo si era fidanzato con Silvana Mangano per un breve periodo. Papà Luigi, Gino per gli amici, che voglio ricordare in queste righe, mi metteva sulle sue spalle mentre immaginavamo praterie lontane ma oltre i film western che vedevamo, c’erano anche i film sulla guerra di secessione, e in alcuni casi, all’interno dei western stessi.

Appunti sulla guerra civile americana, un materia che con passione ho studiato per anni (non si finisce mai di imparare) è nato dopo lo spettacolo a teatro condiviso con Alessandro Iori, con testi miei e suoi e la regia dello stesso Alessandro: Dalla guerra civile al west.

C’era tutta una serie di personaggi della storia vera e conoscendola bene potevamo raccontarla per portarla sul palcoscenico, sapevamo che sarebbe stato emozionante anche per chi di quella storia non conosceva una riga.

Calamity Jane, Wild Bill Hickok, il Generali Ulysses Grant interpretato da me e il generale Robert  Lee interpretato da Vincenzo Sartini: mai a teatro si era vista una cosa del genere. Siccome non posso citare tutti, in rete c’è la locandina dello spettacolo con attrici e attori che hanno partecipato. Uno spettacolo dove dalla civil war, si passava al western.  Era impossibile che quello spettacolo non lasciasse tracce profonde. Avevo capito che era ora di scrivere un libro sul conflitto fratricida che causò più di 600.000 caduti, un macabro record, perché è il numero dei caduti maggiore di ogni conflitto combattuto dagli americani nella loro storia. Come è possibile non parlarne? – dicevo fra me. E così, lasciando momentaneamente il teatro perché scrivere un libro e fare le prove, sono due cose incompatibili, sono partito caricando come un toro perché i lettori dovevano sapere, compresi quelli che già sapevano, perché ovviamente non c’è solo il mio libro sulla guerra di secessione. Il libro è particolare perché è composto da una parte storica, a cui si aggiungono tutta una serie di aneddoti, compresi i film che hanno raccontato quel periodo. Ma nelle pagine i lettori troveranno anche il diario di viaggio on the road per uno spettacolo che non dimenticherò mai.  Come è avvenuto che Ulysses Grant da me interpretato, sia passato dalle rievocazioni storiche, al teatro e al cinema indipendente?  Sono tornato indietro di qualche stagione per raccontare tutto.

Con prefazione di Gian Mario Mollar autore del libro “I misteri del Farwest” nel volume ho narrato quel conflitto che ispirò il cinema come se fossi vicino a un cannone, in una piantagione,  nascosto dietro un angolo per ascoltare i discorsi degli speculatori per gli interessi economici di entrambe le parti, perché comunque c’erano. Ho visto Lincoln seduto sulla sedia della storia, ma l’ho visto alzarsi e guidarmi attraverso la sua vita. Ho parlato con Jefferson Davis che mi ha raccontato le sue vicende, fatti che avevo approfondito e che ho voluto narrare come un inviato del passato.  Sembra una cosa strana, ma è lo stesso meccanismo del cinema per attori così popolari che entrano nelle nostre case tutti i giorni attraverso i film, ed è così anche con la storia, se la coltivi. Alla fine i personaggi importanti al di là di quale schieramento appartengano, li senti tuoi, come fossero vecchi amici della storia che frequenti da tanto tempo. Chissà, forse un giorno chi leggerà il libro capirà che io ero laggiù quando raccontavo di intere famiglie divise da una guerra terribile. Oggi segnali inquietanti giungono dagli States che rischiano di dividersi un’altra volta. Forse sarebbe il caso di leggere quello che accaduto tanto tempo fa e riflettere anche sull’epoca attuale, perché come disse Abraham Lincoln: “Una casa divisa non sta in piedi”.