Continuo a mantenere una promessa che ho fatto a me stessa qualche tempo fa, quella cioè di evidenziare gli universi di molti dei miei ‘contatti’, come si dice oggi, su pagine social. Vi assicuro che ci sono tantissime piccole perle da scoprire, o quanto meno ascoltare e conoscere. Con Daniela Vaccari la conoscenza virtuale è nata attraverso la pubblicazione di alcune fotografie di cui siamo entrambe appassionate, ma mentre per me si tratta ancora di un aspetto amatoriale, per Daniela è molto di più e ho scoperto anche un altro elemento che ci ha permesso la conoscenza: l’amore per la musica, io ne parlo, la presento, la racconto, la ‘intervisto’, lei la ‘fotografa’ e lo fa magnificamente, ve ne accorgerete dalle immagini legate a questo racconto che Daniela ha scritto in esclusiva per ‘gallinainfuga’. C’è però ancora un aspetto che, leggendo la sua breve autobiografia, ho scoperto abbiamo in comune, la Storia dell’Arte (di studi io sarei scenografa e la Storia dell’Arte nel mio percorso è entrata di diritto e la adoro)

Mi chiamo Daniela Vaccari, sono nata a Parma il 3 Marzo del 1975 sotto il segno dei Pesci, come la canzone di Venditti, una canzone che mi ha accompagnato per buona parte della mia vita, la sento mia.

Mio padre, classe ’38, operaio. Mia madre, di due anni più giovane, casalinga instancabile pure lei. Un fratello più grande di me di quasi 12 anni. Una famiglia normale. Non mi è mai mancato niente di cui non avessi veramente bisogno.

Dopo una infanzia e una adolescenza fatte di scuola, di danza classica e moderna e di musica come colonna sonora di vita, alle superiori scopro la passione per la Storia dell’Arte, per l’Architettura storica, la scultura, gli affreschi dell’ epoca medievale e rinascimentale.

Alla fine degli studi superiori, complice mio padre cantante di una corale, inizio a provare per il canto un certo interesse e decido di comprarmi una chitarra e prendere lezioni. Volevo fare la cantante! Va beh, a 20 anni, come sogno, ci può stare.

Intanto giro per musei, per chiese, cerco libri per incrociare notizie, epoche, ed eventi storici dove collocare le opere che mi piace studiare.

Tanti sogni che per anni resteranno tali anche se coltivati con passione ed interesse, perché alla fine dovevo lavorare per avere qualche soldo…per esibirmi su un palco non ho mai trovato il coraggio, se  non poche volte. Non faceva per me. In realtà, ammetto che quando ero molto giovane, ho sempre temuto il giudizio degli altri. Mi sono trovata un lavoro modesto, da commessa, e per anni ho venduto prodotti in una Sanitaria/Ortopedia. Ho anche aperto un negozio tutto mio di quel genere. Poi un matrimonio, un figlio ( La mia Vita) e tutto si ferma , come in un limbo, o finisce.

Cinque lunghi anni trascorsi in simbiosi con mio figlio poi un giorno apro il mio profilo Facebook, io che non ho mai amato i cellulari, trovo un gruppo di appassionati di Medioevo e mi iscrivo, pubblico le mie foto, fatte con il mio telefonino, e piacciono. Faccio lo stesso in un gruppo di amanti del nostro territorio emiliano e proprio lì, un giorno pubblico una foto del mio paese, Bazzano, con il campanile e un cielo pieno di nuvole. Un fotografo piuttosto famoso nella zona mi scrive in privato e mi dice che se non mi decido a comprare una macchina fotografica non mi avrebbe più rivolto la parola.

Ecco la foto di cui Daniela parla:

“L’ ho scattata in un pomeriggio di Ottobre, giravo con l’auto per cercare qualcosa da fotografare e questa immagine si è offerta a me. La luce giusta al momento giusto e io ero lì. Mi ha emozionato questo scatto nello stesso momento in cui ho messo l’occhio nel mirino ho capito che sarebbe uscita un’immagine perfetta. La Chiesa di Bazzano, il mio paese, dove “vivono” le mie origini materne. Questa chiesa l’ho fotografata in tutte le salse a 360 gradi. Sono legata a questo campanile perché mi ha sempre regalato scenari emozionati

 

Da lì all’ acquisto della mia prima macchina fotografica passarono pochi giorni. Da allora non ho più smesso di fotografare. In tutti questi anni non ho mai fatto un corso, sono autodidatta, a parte qualche dritta da qualche amico fotografo e alcuni video tutorial, però ho sempre fatto foto, non è mai passato un giorno senza che io non facessi almeno una foto.

Dai paesaggi sono passata ai fiori, alle foglie, a tutto ciò che in natura poteva catturare le mie emozioni. Ho sempre usato la musica come ispirazione, ho sempre fotografato con la musica nelle orecchie e le emozioni guidavano i miei occhi.

Una sera ad un concerto dei TERRAMADRE  (band del territorio parmense che anch’io conosco benissimo, n.d.r.) provai a fare alcune foto, non so, non ne avevo mai fatte, mi dissi che male per male, le avrei cestinate, invece per essere stata la prima volta non erano niente male. Da lì a pochi mesi, una telefonata di DIMITRI, fu l’inizio di una bellissima collaborazione con i TERRAMADRE, feci per loro alcune fotografie che utilizzarono come cover per alcuni loro singoli e da lì mi dissi che forse avevo trovato la mia strada. A 42 anni…con calma.

Questa è la foto originale dell’immagine di copertina del primo singolo dei TERRAMADRE “Che cosa rimane”.

L’anno dopo fu un concerto dei RIO, che ho sempre amato tantissimo, (altra band di cui anch’io apprezzo tanto i suoi musicisti, n.d.r.)  a darmi belle emozioni fotografiche e da allora capii che fotografare la musica era la mia passione perfetta.

Questa foto è stata fatta alla fine di un concerto dei Rio Al Beer Music Fest a Cerredolo (RE) a Luglio del 2018. Qualche giorno prima contattai Fabio Mora  e gli chiesi se potevo fare qualche foto al loro concerto. Fabio è una bella persona, un uomo carismatico sul palco, e ricco di sentimenti e di cuore nella vita di tutti i giorni. Mi rispose di sì e la sera del concerto, l’agente dei Rio, Luca Faulisi mi disse che sarei stata l’unica fotografa presente all’evento…che responsabilità! E’ andata bene, oltre le mie aspettative.

Sempre a proposito dei Rio Daniela spiega che.. questa è “La foto più bella che ho fatto è questa di seguito. A Fabio (Fabio Mora dei Rio) è piaciuta moltissimo, mi ha scritto in privato dicendomi che era una delle foto più belle che gli avevano fatto.

Questa invece è una foto a cui sono particolarmente legata. Il primo concerto dei Rio a cui ho fatto foto. Con un obbiettivo che leggeva poco la luce. Non potevo permettermi altro in quel periodo e vedere tutti quegli scatti quasi perfetti come luce mi ha dato tanta carica e soddisfazione. Mi dissi: “Credici! Per una volta credici che ci sai fare!” Ci ho creduto.

Nel corso di questi 5 anni ho avuto il piacere di fare alcune mostre fotografiche. La mia “Personale” al Museo UOMO AMBIENTE è stata molto emozionante. Amici e non che si “aggiravano” per la mostra a guardare le mie foto è stata una bella soddisfazione. E’ stata per me una grande emozione vedere le mie opere appese in questo Museo. Sorridevo, è stato    uno dei momenti più  belli della mia vita dopo la nascita di mio figlio.

Ho partecipato a diversi concorsi e un paio credo di averli anche vinti. Ho collaborato con alcuni centri commerciali di Parma per alcuni eventi con personaggi famosi come Francesco Facchinetti, Giulia Salemi, Edoardo StoppaHo prestato una foto di una FARFALLA per la copertina di un libro di una mia cara amica. Ho fotografato qualche Matrimonio, qua e là, di amici che volevano me, perché il mio stile è diverso (questa cosa non l’ho mai capita, ma in tanti mi dicono che il mio stile è la mia firma).

Ho fatto servizi fotografici per orchestre e alcuni cantanti locali che poi sono state utilizzate per locandine e promozioni sui social. Ho avuto l’onore di fotografare la TOSCANINI NEXT diretta dal Maestro Roger Catino. Ma le band e i concerti rimangono la mia passione più grande all’interno dell’universo fotografico. Ho fotografato concerti dei RIO, dei TERRAMADRE, qualcuno di MORA e BRONSKI e  degli HOTEL MONROE.

Un’ esperienza per me indimenticabile è stato il BLUES MADE IN ITALY: un palco meraviglioso dove artisti nazionali ed internazionali si sono alternati in ore ed ore no stop di musica blues. Non avrei mai smesso di fotografare, ogni strumento, ogni cambio di luce, ogni canzone, acuto, movenza di ogni persona sul quel palco. In quella occasione fotografare Artisti del calibro di Arianna Antinori, Eugenio Finardi e tanti altri è stata una bella emozione.

Questa è una delle tante foto che ho fatto al Blues Made in Italy. Lui come ben sai è Eugenio Finardi. E’ stato un onore poterlo fotografare, lui come tanti altri artisti presenti quel giorno. Alcune sue foto sono state utilizzate da giornalista Nicola Olivieri per un articolo di Mescalina.it , giornale online che scrive di musica.

Nel mio breve percorso ho trovato davvero tante persone che hanno saputo apprezzare la mia arte e questo per me è stato davvero importante. A tutti loro devo molto perché i loro apprezzamenti mi hanno aiutato sempre a credere in me stessa e in ciò che metto dentro ad ogni scatto. Dentro ad ogni foto c’è sempre un pezzo di me, della mia anima, del mio cuore. La osservo al pc, la “curo” nei minimi dettagli perché prima di tutto deve emozionare me stessa.

L’alba di Misano Adriatico. Il mare è l’unico luogo dove sento il bisogno di alzarmi presto per fare qualche foto all’alba. Il silenzio e le onde del mare. In lontanza il volo dei gabbiani. Mi piace il mare.

Amo molto i tramonti. E’ il momento in cui sento più forti le mie emozioni. Vago per i campi e le stradine del mio paese in cerca di qualcosa da fotografare che possa descrivere le mie sensazioni. Qui ricordo benissimo che musica stavo ascoltando…DIMMI dei Rio. Ho sempre accostato la mia passione per la musica alle mie foto. Alcuni dei miei scatti che più mi hanno emozionato sono legati a canzoni particolari che ascoltavo in cuffia in quel momento. Mi assento dal mondo quando premo quel bottone, siamo solo io, i miei occhi, il mio cuore, una canzone e la macchina fotografica.

L’ultimo periodo, iniziato con l’ inizio di questa pandemia ha in parte stravolto la mia vita privata: una separazione ma anche l’arrivo di una persona che mi sta dando tanto, emotivamente, a livello personale. Poi la morte di mio padre, un pezzo di me.

Spero che la musica dal vivo possa tornare, spero che tutto ciò che c’era di bello prima, possa ritornare. Intanto mi “arrangio”: musica nelle orecchie, macchina fotografica al collo e cerco emozioni da fotografare con gli occhi…qui vicino a casa!

Sono molto legata a questa fotografia. Sono io quel papavero. Ho passato tanti giorni così, giorni in cui mi sentivo sola in mezzo a persone che non erano come me, persone che non volevano capirmi. Nello stesso tempo mi sentivo forte perché la fotografia mi stava dando tanto.

Lui è il “mio albero”. A lui ho affidato i miei pensieri per anni. Era sempre lì pronto ad ascoltarmi mentre lo fotografavo. Quando avevo bisogno di qualche minuto di serenità andavo da lui e scattavo.  Ogni mia foto è spesso accompagnata da frasi o pensieri che nascono dentro di me e che cerco di trasmettere al pubblico attraverso frasi trovate sul web o scritte di mio pugno. Frasi semplici che cercano di spiegare i miei stati d’animo nel momento in cui scattavo la foto.

Con questa foto del Monte Fuso innevato ho vinto un concorso comunale dedicato ai paesaggi del Parmigiano Reggiano. Leggere il mio nome sulla Gazzetta di Parma è stata una bella soddisfazione.”

Non ditemi che Daniela Vaccari non è una piccola perla! Oggi è un animo molto sensibile, ma donna determinata e protettiva, come la sua vita l’ha forgiata. Una serie di esperienze che non l’hanno spezzata, ma solo piegata, fino poi a tornare col viso sul sole, come un raggiante girasole. Con una differenza, il sole intorno a cui ruota la vita è suo figlio “Gli insegno ad amare e per dargli l’amore che si merita”