“Preferisci quello che ti ispira l’istinto, a quello che hai fatto e rifatto dieci volte nella tua testa.” Robert Bresson

Come spesso è prassi per me (compulsiva nel raccogliere materiale che stuzzica la mia curiosità e custodirlo a volte per lungo tempo prima che si materializzi il momento adatto per approfondirlo) ecco che dal mio cassetto segreto ritiro fuori, forse per l’ennesima volta, quell’articolo messo da parte mesi fa e che trattava un tema a me particolarmente caro, “il Sesto Senso”.

A firmarlo una sensibile scrittrice e giornalista americana, Arianna Huffington che tra un esempio e l’altro spiega perché è necessario tornare ad ascoltarci e a lasciarci condurre da ciò che la natura stessa ha creato per noi, come in questo caso, il Sesto Senso, una sorta di impianto d’allarme gratis, in nostra dotazione dal momento della nascita sino a che…morte non ci separi.

La voglia di “scriverci sopra” mi è venuta dopo aver partecipato ad un corso su ‘Formazione e Comunicazione’ in cui le relatrici, a parer mio, hanno creato della confusione.. in termini!

Secondo loro il ‘sesto senso’ non esisterebbe, mentre esisterebbe solo in considerazione delle  sensazioni immediate che situazioni o persone procurano. A parer mio (ma credo di non sbagliare se penso che il parere sia ampiamente condiviso) le due relatrici hanno confuso il ‘sesto senso’ con ‘la sensazione a pelle’.

Diciamo che il confine è certamente labile. Comunque sia nulla di questo va sottovalutato, perché ‘la sensazione a pelle’ parla di qualcosa o di qualcuno che proprio a genio non ci sta andando, il ‘sesto senso’ ci chiede di porre attenzione.

Ed è quello che più spesso non ascoltiamo, arroganti quanto basta per pensare che “sicuramente sarà diverso“. Invece “sarà esattamente come il sesto senso ci aveva sollecitato“. Non so quante volte e in quali occasioni abbiate avuto la possibilità di rendervi conto di quanto il vostro “intuito”, ecco chiamiamolo così, aveva proprio ragione.

Per quanto mi riguarda un’infinità di volte, fino a che l’esperienza dello “sbatterci il muso” mi ha costretto all’evidenza. Basta ragionamenti, sentiamo cosa sto sentendo, come il mio ‘io’ mi sta parlando, quali segnali mi sta inviando. E non c’è una volta che abbia trovato un punto d’incontro con la soluzione che avevo adottato, spinta invece dal ragionamento.

Sono stata sconfessata mille volte su mille. L’ultima esperienza invece che ho letto attraverso l’istinto, forse la prima in cui con coraggio ho voluto ascoltarmi e soprattutto fare tesoro del passato, l’ho vissuta alcuni mesi fa. Nel momento in cui ho percepito il pericolo di riattraversare un già vissuto, anziché procedere zittendo ogni ‘suono’ pur di procedere, mi sono fermata e mi sono detta “No, questa volta no. Voglio stare bene. Il mio istinto mi dice che finirei nella stessa tela del ragno in cui sono rimasta già intrappolata altre volte. Adesso basta”

E la reazione di quella che pensavo essere un’amica, ha dato ragione al mio sentire. Tutto si è dimostrata, meno che amica, il mio sesto senso aveva avuto ragione ancora una volta.

Penso che se quella persona mi fosse stata davvero amica e avesse pensato comunque che io stessi sbagliando (ci può stare che io sia convinta di essere nel giusto e che l’altra parte pensi esattamente l’opposto) o di essere stata fraintesa, una vera amica, un’amica che ti vuole bene, che ti stima, etc etc, (come io pensavo fosse) chiede un confronto, una spiegazione, cerca di preservare il sentimento di amicizia, trovando una ‘quadra’.

Ed è ciò che ho fatto io, dopo aver preso la mia decisione e notando la reazione (silenzio su tutto il fronte) ho cercato un incontro per discuterne. Porta chiusa!  Allora avevo ragione, il mio istinto ancora una volta, come sempre non mi aveva ingannata.

Se lo avessi ascoltato prima, non avrei neppure forse sostenuto di aver trovato un’amica.

In conclusione se è vero, come sembra sia vero, che la prima impressione nelle persone si formula dopo appena 5 secondi dal contatto, perché non riservare del tempo al nostro ‘Sesto Senso’?

Non ci sono rivenditori specializzati, non ci sono punti vendita sparsi sul territorio, tutto è a portata di mano, dentro di noi. Forse basta smettere di parlare a  vanvera per un po’ e fare più silenzio. In quello spazio è sicuramente più facile essere aperti al contatto col nostro ‘io più profondo’