La foto di copertina da “cagliaripad”

E’ da tempo che pensavo di approfondire questa realtà di fatto e attraverso la mia attività di giornalista all’interno del network radiofonico Radio Bruno, sto riuscendo a comporre un puzzle interessante.

La prima puntata è stata pubblicata il 2 settembre scorso (2021)

“Sembra non trovare una fine, la serie drammatica degli incidenti, spesso mortali, che hanno costellato questi mesi del 2021 sui luoghi di lavoro. Secondo i dati dell’Osservatorio indipendente sui morti sul lavoro, al 29 agosto sono 942 i decessi. Un numero allarmante.

Basta leggere alcuni titoli di cronaca locale:

Il 24 agosto un 91enne contadino è morto schiacciato da una rotoballa di fieno. È accaduto a Cadelbosco Sopra, nel Reggiano. L’anziano è morto sul colpo.

il 25 agosto ha perso la vita un elettricista 49 enne, dipendente di un’azienda esterna, impegnato in un’attività di manutenzione presso una ditta a Monteveglio, in Valsamoggia nel bolognese. Il 49 enne era salito su una scala dalla quale poi è caduto da un’altezza di 15 metri mentre stava riparando l’impianto elettrico di un capannone.

Il 30 agosto un operaio di 36 anni è rimasto seriamente ferito all’interno di una scuola elementare, in un cantiere edile ad  Asola, nel  Mantovano. L’uomo ha riportato uno schiacciamento al cranio e al torace.

Ma si era arrivati alla fine del mese scorso, già scossi da altre due morti bianche.  Quella di Luana D’Orazio, di appena 22 anni, operaia presso un’azienda tessile di Oste, frazione di Montemurlo, in provincia di Prato. Era il 5 maggio scorso quando la giovane, mamma di un bimbo di 5 anni, è rimasta incastrata in un macchinario tessile, un orditoio che non le ha dato scampo.

E il 3 agosto a perdere la vita nel modenese, a Camposanto, Laila El Harim, 40 enne. La donna mentre si trovava al lavoro presso un’azienda di packaging, è stata trascinata e schiacciata da una fustellatrice, un grosso macchinario utilizzato per sagomare il materiale da imballaggio.

E le domande si susseguono: Perché? La formazione viene fatta? Come viene fatta? I controlli quando e come vengono fatti?

Il terreno del ‘lavoro’ nel senso più generico del termine, è vasto quanto sdrucciolevole e comprende numerosissimi ambiti. La sicurezza sul lavoro è un argomento delicato e stringente, regolato dalla legislazione. Il riferimento normativo fondamentale è il Testo Unico sulla Sicurezza, DL 81/08 coordinato dall’allora Governo Prodi, in particolare dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che in quell’anno faceva capo a Cesare Damiano.

Desidero iniziare partendo proprio dalla Formazione. A rispondere alle mie domande un esperto a livello nazionale, Franco Amicucci tra i pionieri della formazione eLearning in Italia. Nel 2000 ha fondato la  Amicucci Formazione.

A lui ho chiesto subito un commento sui numeri in continua crescita degli incidenti sul lavoro

RispostaPurtroppo è vero stanno tornando ad aumentare gli incidenti sul posto di lavoro, mentre diminuiscono quelle dovute al Covid come è accaduto lo sorso anno. Inoltre nel 2020 grazie allo smart working sono diminuiti anche gli incidenti sul lavoro, come quelli nel percorso casa-lavoro.

Domanda: L’incidente sul lavoro però mi sembra sia solo la punta di un iceberg che nasconde tante problematiche, dal lavoro nero, alla poca formazione e altro ancora

RispostaE’ vero, non si può parlare di lavoro senza rendere evidenti queste differenze che esistono. Per esempio nel lavoro impiegatizio non ci sono i rischi a cui sono soggetti i lavoratori attivi nell’edilizia, in agricoltura e in altri ambiti dove è esteso l’utilizzo di macchinari o dove la situazione stessa è a rischio, come lavorare ad un’altezza di 20 metri su un carro ponte o stare su un trattore.

Poi in questi settori i più esposti sono i lavoratori interinali, i giovani non preparati, i lavoratori in nero. Una situazione, come dicevo, molto variegata di cui tenere conto.

Premesso che la formazione per la sicurezza sul lavoro è obbligatoria, in alcuni ambiti andrebbe moltiplicata per tre, in altri è addirittura insufficiente, in altri viene vista come dovrebbe, cioè utile. Inoltre un altro elemento da tenere in considerazione nella valutazione della sicurezza sul lavoro e lo stress psicofisico del lavoratore.

(Un aspetto su cui si sofferma l’Articolo 28 Comma 1 del Decreto Legge 81/2008: dall’1 agosto 2010 è entrato in vigore definitivamente l’obbligo di valutare il fattore stress lavoro-correlato all’interno della valutazione di rischi. N.d.r.)

Domanda: Che sia importante oltre che obbligatoria la formazione lo abbiamo sottolineato, ma come viene effettuata?

RispostaCi sono ore minime che ogni lavoratore deve fare. Non solo lui ma anche il datore di lavoro. La formazione di base per tutti è di un minimo 8 ore. Poi c’è la formazione specialistica che va fatta solo per i lavoratori esposti a rischi specifici. Inoltre c’è una formazione legata al datore di lavoro e al responsabile della sicurezza aziendale, che ogni azienda è tenuta ad avere. Il datore di lavoro ha il compito di allestire e predisporre gli ambienti che eliminino ogni fattore di rischio, il lavoratore oltre alla formazione specifica sulla sua attività deve anche lavorare sul proprio atteggiamento, sulla sua attenzione, sulla sua responsabilità verso ciò che fa.

Domanda: Nell’organizzare e portare avanti corsi di formazione aziendale cosa notate?

RispostaQuello che noi osserviamo è che la formazione sulla sicurezza è quella più estesa nel nostro Paese perché obbligatoria e per via delle multe salate nel caso vengano scoperte mancanze in eventuali controlli.

Il tema però non è se viene o non viene fattama come viene fatta, perché proprio per il fatto di essere obbligatoria spesso non viene fatta bene. In troppi ambienti non viene affrontato seriamente il tema. In quei casi capita che si coinvolgono i lavoratori, le cui firme confermano la loro presenza al corso, lo stesso che in quei casi viene effettuato in modo leggero. La formazione invece, ripeto, va fatta sempre seriamente e tenendo conto delle diversificazioni a cui abbiamo già accennato. A fattori di rischio più evidenti n certi settori piuttosto che in altri, perciò la formazione dovrà essere consona alle varie tipologie di lavoro.

A questo proposito la formazione va fatta in presenza per chi usa macchinari e strumentazioni, per altri settori, come il lavoro impiegatizio, può essere fatta tranquillamente anche on line. Non da ultimo voglio sottolineare che una formazione ben fatta, aiuta anche la persona ad affrontare la conoscenza di sé, dei suoi processi attentivi, di come funziona la nostra mente, il nostro pensiero, la nostra attenzione. Proprio perché gli infortuni avvengono prevalentemente quando si è distratti o quando si è emotivamente alterati o quando si è troppo stanchi. Per questo la formazione deve lavorare sulla conoscenza di se stessi per conoscere i propri limiti, in generale e quotidianamente.

Domanda: Cosa balza all’occhio quando andate nelle aziende a fare formazione?

RispostaI più recalcitranti sono quelle persone che ritengono di non averne bisogno, con la presunzione di essere a posto. Le statistiche invece ci dicono che una parte importante degli infortuni che accadono sul lavoro, avviene per un eccesso di confidenza, un eccesso di sicurezza. Quando le persone si sentono troppo sicure, si tolgono ad esempio il casco quando sono nell’edilizia, o in altri casi allentano qualche sistema di sicurezza per lavorare più velocemente, ma tanti altri possono essere gli esempi di questa ‘mala sensazione di confidenza’ col lavoro da svolgere.

Fine prima puntata, nella prossima un nuovo ospite