Non potevo credere a quelle parole, non capivo cosa stesse succedendo, forse stavo capendo male, di certo! Mi si stava chiedendo che sì, quel posto di lavoro che tanto mi attraeva ci sarebbe potuto essere.. se “è disposta a tutto”.

Disposta a tutto? Cioè?” ho chiesto per una maggiore chiarezza. “Disposta a tutto”, la risposta laconica.

Ma dai! Ero tanto giovane e poco smaliziata, mica come le 18enni di oggi! Io il primo bacio l’avevo dato appena due anni prima e se i ricordi non mi ingannano, anche la mia prima volta forse non si era ancora compiuta. Fatto sta che quel giorno di sole ero seduta in un bell’ufficio di un dirigente di una compagnia aerea per la quale mi sarebbe piaciuto lavorare come hostess. Sono nata e cresciuta negli aeroporti e quel lavoro mi era sempre sembrato una giusta prosecuzione. Nonostante la vicinanza a quell’ambiente non avevo subìto alcuna assuefazione, ero affascinata, attratta, sedotta da quello spaccato professionale.

In quel periodo ero già attiva presso l’Ufficio Prenotazioni di una Compagnia aerea italiana, ero una stagionale e le mie ultime estati le stavo trascorrendo in quel grande openspace, tra telefoni e cartelle e le finestre che davano su piste di parcheggio e hangar. Di giorno in giorno maturava dentro di me il desiderio di volare, di far parte di un equipaggio di volo. E’ così che sono stata ricevuta in quel bell’ufficio in una zona centrale di Roma.

Sarei interessata ad essere valutata come hostess presso la vostra compagnia” questa la mia richiesta. “Purtroppo l’organico per i voli di linea è al completo, ma ci sarebbe un’altra possibilità. Abbiamo dei voli privati, se è disposta a tutto”

Non potevo credere a quello che mi si stava dicendo… Credo di aver vagato un attimo con gli occhi come a voler essere certa di ciò che mi era stato appena detto. Un forte imbarazzo mi ha percorso la schiena e in pochi istanti ero tenuta a prendere una decisione.. per niente banale, visto che si sarebbe potuto trattare del mio futuro. Ma davvero sarei stata disposta a tutto pur di ottenere quel lavoro? No, come avrei potuto. E quindi lasciavo andare quella possibilità di una probabile realizzazione di un sogno? Ma ero sicura sicura? Confesso che è stato più il tempo passato a codificare nella mente queste domande che a rispondere. Senza alcun dubbio, No! Non cedo!

Laconica la mia risposta “La ringrazio, rimango tranquillamente dove sono, all’Ufficio prenotazioni”

E’ stato strano rientrare a casa, ero stordita, ho vagato un po’ per mettere insieme pensieri e delusione, per riabbracciarmi e sentirmi più forte. Per fortuna quella mattina c’era un bel sole e io mi sono lasciata scaldare dal tepore primaverile tornando a posare lo sguardo sulle architetture romane, i profumi, il traffico, i visi che incontravo.

E non me ne sono mai pentita, al contrario ho sentito dentro di me crescere una forza bella, un piacere direi, nel non aver tradito me stessa, la mia natura, il mio pensiero. Perché se è vero, se è comprensibile, se nel corso della vita ci sta sbagliare storie, persone, prendere cantonate, essere passate al tritacarne e magari qualche volta aver raccolto tempesta dopo aver seminato vento, è vero che questo nasce dal sentimento, da una passione, da una voglia di essere amate proprio e solo da quella persona… ‘o ne potrei morire se così non fosse’.

Accettare un ricatto come quello che si era appena materializzato di fronte a me in quell’ufficio, no. Nessun lavoro, nessun impiego sarebbe valso quanto la mia integrità. Non ho mai fatto la hostess, ma tantissime altre cose belle sì e sempre a testa alta.

La foto di copertina è da Wikipedia