E’ in questa Giornata così sempre intensa di intenzioni e pensieri che ho l’onore e il piacere di pubblicare, in esclusiva per il mio blog, un testo che racchiude in sé tre bei profili di donne. Per pimo quello dell’autrice, una cara amica scrittrice, Alessandra Turco, da sempre passionale nelle sue scelte, nel suo modo di far scorrere la sua penna sugli argomenti che tratta e attraverso le pagine dei libri che ha firmato. Le due donne di cui ha raccontato e a cui ha dedicato questa giornata, sono la nota giornalista Carmen Lasorella e l’attrice Antonella Attili che attualmente è tra i protagonisti della soap tv italiana “Il Paradiso delle Donne”. Ad entrambe è molto vicina ed è così che le descrive e così ancor prima descrive se stessa di fronte a questa data: 8 Marzo. Sinceramente mi sento perfettamente allineata al suo pensiero

“Direte che sono poco romantica lo so, ma io ogni 8 marzo mi dissocio, mi dissocio dalle mimose, dai post, dai cartelli e dagli slogan di colore giallo. Mi dissocio sempre, per mia natura, dai pensieri sparsi senza emozione, dalle parole sciolte nell’aria senza senso. Mi dissocio, non dalla storia che le donne con le loro conquiste hanno scritto, ma mi dissocio dal consumismo che trasforma ogni rito, anche il più intimo e intenso, in un flusso gelido di cose inutili.

L’unica cosa che mi concedo e alla quale cedo per l’8 Marzo sono i pensieri e la mia penna. La  riflessione su ciò che veramente NOI DONNE facciamo per noi stesse e tra di noi, come decliniamo le nostre vite, le nostre emozioni, questo mi interessa di più…

Lascio da parte le gravissime vicende di violenza, che sempre, a tutte le latitudini e di qualunque sesso e colore dovrebbero essere condannate e mai giustificate e rivolgo il mio pensiero a tutte quelle donne che non amano le altre donne e con le quali non sono solidali.

Alle donne che negli ambienti di lavoro, pur di arrivare, pur di sentirsi al centro dell’attenzione tradiscono le colleghe in cambio di una manciata di attenzione da parte di uomini che in quel momento, con secondi fini le fanno sentire importanti.

Alle donne che pur tradite ripetutamente dai mariti fingono di essere felici e non riescono a trovare la forza di liberarsi.

Alle donne che tradiscono gli uomini e poi però con le tasche piene di ipocrisia giudicano le altre donne.

Alle donne che non chiedono scusa, che non sono generose, che non sorridono mai per i successi delle altre donne… ecco, a queste donne che non sono mai in squadra o a fianco di altre donne è rivolto il mio pensiero, perché sono loro ad aver bisogno di attenzione, a loro va spiegato il senso di essere DONNE.

Mi è stato chiesto di scrivere di donne che ho incontrato e che mi hanno lasciato qualcosa: un’emozione, un esempio da seguire, una storia da condividere. E ogni volta che lo faccio non posso fare a meno di osservare, guardare vicino, davanti, dietro e a fianco a me. E devo ammetterlo: sono fortunata. Ho sorelle, amiche, cugine. E una guerriera, della quale però non scrivo mai, anche perché se dovessi farlo dovrei cominciare da quando a soli 10 anni decisi che da grande avrei lavorato come lei e con lei. E’ solo un sogno mi dicevano…e allora io posso dire che i sogni si avverano. Bisogna però avere il coraggio di inseguirli e alimentarli.

                                                                                                  Ph.  Paolo Palmieri

Ci siamo conosciute nel lontano 1998 ero una laureanda con una tesi di laurea su lei come esempio di giornalismo. Di quel giornalismo vero, fatto di immagini che raccontavano, di corrispondenze sul posto e non di copia e incolla e di fake news. Di quel giornalismo che sentiva l’odore delle notizie. Di quel giornalismo vero di cui oggi si sono perse le tracce. Sono anni che lavoro con lei e la nostra non è più una collaborazione, è molto di più.

Lei mi ha insegnato tutto ciò che so di questo lavoro, con lei ho imparato che bisogna impegnarsi, studiare e credere in tutto ciò che si fa. Ho imparato a stare sui fatti e a rispettare sempre chi legge e chi racconto. Ho imparato a correre fino a perdere il fiato e ad andare veloce, sempre però con la voglia di capire, il gusto dell’ironia e la curiosità.

Carmen Lasorella è una forza della natura. E’ un vulcano di idee. E’ una donna coraggiosa e libera. Con lei è un confronto continuo, ogni incertezza, ogni mio successo, ogni idea prende forma. Lei mi ha insegnato a lavorare con le donne, per le donne ma anche con le donne contro. A lei qualche mese fa ho raccontato, a proposito di donne, di questo bellissimo incontro.

Era una giornata grigia e piovosa, l’incontro in una caffetteria nel centro di Roma. Io come sempre di corsa e con la borsa piena di agende, quaderni, dispositivi, caricatori, appunti e mille domande nella testa. Lei già seduta e pronta per l’intervista. “E’un pezzo della storia del cinema italiano”, ripetevo dentro di me, pensando ai suoi tanti film e al suo esordio da oscar. “Nuovo Cinema Paradiso”, quante volte ho visto quel film e quante ancora lo rivedrei.

                                                                                                     Ph. Azzurra Primavera

Lei è li seduta, io mi avvicino e subito noto che non c’è niente delle attrici patinate, non vedo nessun orpello o vezzo inutile, solo una naturalezza bella e composta. I modi e l’approccio sono quelli garbati di una diva d’altri tempi.

E’ una donna molto bella, affascinante. Occhi neri intensi, espressivi, sorriso aperto. Incrocio il suo sguardo, percepisco la sua timidezza e la sua dolcezza tenuta ben nascosta dietro ad una bella corazza. Dopo i primi minuti di conversazione le scappa una risata. Mi piacciono le persone che ridono, che ridono di gusto. E’una donna diretta, riservata ma che si racconta con sincerità.

Lo stupore però è ciò che mi prende più di ogni altro sentimento. Sono stupita. Mi stupiscono sempre le donne semplici ma di spessore, mi stupiscono sempre le donne forti ma disarmanti per la loro umanità.

Per tutta la durata dell’incontro cerco i tratti delle sue donne, quelle interpretate in tanti anni di carriera ma non trovo nessuna di loro, nemmeno nella voce. Questa cosa mi colpisce tantissimo. E’ l’essenza del lavoro dell’attore. E’ tutto ciò che un’attrice deve essere: diversa da se stessa, sempre.

La bellezza di quell’incontro la porto con me e la riverso tutta in un articolo nel quale descrivo, anche con un po’ di timore, il talento e la bravura di un’attrice che da molti anni interpreta con intensità altre donne. Cerco di farlo con cura e attenzione, e anche un po’ di emozione. Da quel lontano 1988  ad oggi devo ripercorrere la storia del cinema italiano, devo rivedere i film, tracciare i personaggi, devo trascrivere le emozioni che l’attrice porta in scena. Devo raccontare la sua forza, il suo talento ma soprattutto devo consegnare a chi legge un donna e la sua autenticità.

Durante quell’incontro non mi ero sbagliata. Una donna colta, gentile, grata alla vita, attenta agli altri e capace di cogliere le sfumature. Il silenzio è il suo punto di forza, quella forza che esce fuori in scena, davanti alla macchina da presa, tra le pagine dei copioni, nei suoi personaggi.

A distanza di mesi da quell’incontro, posso confermarlo: Antonella Attili nella sua riservatezza, con il suo talento è una donna magica. 

E allora care donne: circondiamoci di donne belle, di donne magiche, di talenti, di alleate e non sarà più l’8 marzo ma sarà ogni giorno il tempo per noi, affinché le nostre vite siano crocevia di emozioni.

                                                                                                                                                         Alessandra Turco