Di certo un libro in perfetta sintonia con le pagine di questo blog, ispirate sin dalla sua creazione, all’idea propria del viaggio, sia come fonte di ‘ricchezza’ interiore, che come piacere turistico oltre che per una fuga simbolica dalla quotidianità.

In questo caso specifico credo ci sia anche l’elemento catartico. Le radici non si dimenticano mai e semmai lo si tenti di fare, dimenticarle intendo, il cuore prima o poi torna a farsi sentire, quello spirito immutabilmente legato alla propria storia personale.

“Viaggio in Sicilia” inoltre inserisce un elemento ulteriore, prende a riferimento un percorso turistico e ancor più di ricerca interiore di uno dei più grandi scrittori e drammaturghi che il mondo conosca, il tedesco Johann Wolfgang Von Goethe che tra il 1786 e il 1787  intraprese un viaggio in Italia che lo portò a fare tappa in Sicilia. Il 2 aprile del 1787 la prima tappa, Palermo. In tutto furono 15 le soste che fece in quella meravigliosa terra.

E Antonello Di Carlo, palermitano puro sangue, con alle spalle studi classici, ha deciso di intraprendere su carta, conoscendo molto bene la sua grande isola (nonostante l’abbia lasciata appena terminati gli studi per trasferirsi in Emilia, a Reggio) lo stesso viaggio.

Inoltre per riuscire a penetrare meglio il fascino siciliano, ha scelto la forma poetica, che non gli è nuova, spiazzando probabilmente qualche lettore. Il libro proprio per le sue peculiarità, non ultime anche culturali e turistiche ha ricevuto molte menzioni e riconoscimenti. La più recente firmata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando

Ed ora invito io, voi, a conoscere più da vicino lo scrittore per meglio comprendere e conoscere e magari, riscoprire sentimenti nuovi legati alle vostre, di origini.

Partiamo Antonello dal sentimento che la tua terra di nascita ha impresso in te. Cosa provi quando pensi alla Sicilia, cosa ti trasmette il pensarla?

La Sicilia è per me la bellissima donna di cui non si può fare a meno, un imprescindibile punto di partenza e di arrivo, la mia terra natia e ciò che ad oggi mi ha dato maggiori ispirazioni nello scrivere. Il sentimento che nutro verso la Sicilia è analogo a quello che un bimbo prova nei confronti del grembo materno, ovvero amore puro ed insostituibile. La scrittura mi ha regalato una vera e propria macchina del tempo e dello spazio grazie alla quale, in maniera quasi quotidiana, imposto la data e la località che intendo visitare e descrivere.   “Viaggio in Sicilia”, per restare in tema con il mio precedente paragone, mi piace paragonarlo ad un treno in cui invito tutti i potenziali lettori a salire su e ad accompagnarmi in questo mio mini “Grand Tour” dell’Isola, durante il quale, io sono conduttore, controllore, voce narrante e i passeggeri sono i miei compagni di viaggio”

E quando ci torni, cosa fai di spontaneo o qual è il pensiero, il ricordo ricorrente?

Questa è forse la domanda più difficile a cui devo rispondere, mi spiego meglio. Io vivo a Reggio Emilia dal 2000 e fino al 2008 sono sempre tornato con frequenza e regolarità in Sicilia, almeno tre/quattro volte l’anno, naturalmente ogni volta non vedevo l’ora che giungesse il momento di recarmi all’aeroporto di Bologna da cui avrei potuto prendere, con estrema comodità, il primo volo per Palermo, dove finalmente avrei potuto riabbracciare la mia famiglia e i miei amici riassaporando di nuovo le vecchie abitudini e ritornando nei luoghi che più hanno segnato la mia vita. Ma dodici anni fa circa la mia famiglia, soprattutto per il fatto che da poco era nata mia figlia Isabel con cui si era generato un legame particolare (quasi simbiotico), decise di trasferirsi anch’essa a Reggio Emilia. Da un lato questa fu una cosa che mi rese felice ma, dall’altro, mi ha forse allontanato dalla Sicilia perché il trasferimento dei miei familiari in terra emiliana mi aveva privato della principale motivazione di tornare in Sicilia. Questo era quello che credevo e forse vuole essere anche la scusa più plausibile, perché ad un certo punto della propria vita ci si rende conto che il legame verso la propria terra non prescinde da nessun’altra motivazione se non da un qualcosa di inesplicabile ed incomprensibile che, come un’incontrollabile forza geofisica, attrae tutto verso il nucleo”

Un libro poetico in tutti i sensi, sia per il tema (la descrizione emotiva e paesaggistica di una terra ) sia per la forma scelta, quella poetica. Come mai questa modalità?

In tutta franchezza non saprei qual è la ragione principale e determinante che mi ha indotto a scrivere tutte le tappe in rima e nel rispondere a questa domanda direi che mi piace pensare diverse opzioni, prima fra tutte che a J.Wolfgang Goethe sarebbe piaciuto uno stile poetico, o forse perché la poesia rende più armonioso e più musicale un racconto di questo tipo, oppure ancora perché mi viene quasi naturale scrivere in rima o magari perché, da profondo estimatore degli autori classici, ho visto nelle rime il modo migliore e più elegante per descrivere l’arte, la cultura, il folklore e le stupende geografie che accompagneranno il lettore lungo questo viaggio”

Goethe visitò la Sicilia in uno storico viaggio di 15 tappe, tu hai proprio dichiaratamente scelto di ripercorrere questa avventura. Ma è solo la tua passione per l’artista tedesco o perché secondo te la serie di città e paesi da lui visitati e raccontati può ben rappresentare la Sicilia?

“Esatto io ho voluto ripercorrere, anzi, riscrivere questa avventura con una sorta di diario narrativo in rima per tutte e due le ragioni.
Di Goethe credo di aver letto quasi tutto ed è evidente  la mia passione per questo grande della letteratura mondiale che, per primo e in modo migliore di quanti avessero già fatto altri prima di lui, con il suo “Italienische Reise”, ha ridato lustro, decoro e visibilità alla Sicilia riposizionandola al centro culturale, storico ed artistico d’Europa e del Mediterraneo. Per ciò che concerne i luoghi da lui visitati e da me trattati credo che possano rappresentare solo se stessi, ecco perché ho deciso che  “Viaggio in Sicilia” sia solo una prima piccola parte di un libro o, per meglio dire, di un progetto letterario che si concluderà solo dopo che avrò descritto e cantato tutti i 396 comuni Siciliani e relative attrazioni paesaggistiche, culturali ed artistiche

Mi sbaglio ma ad un certo punto del libro hai lasciato la strada maestra per percorrerne una solamente tua?

Si è vero! In effetti all’inizio ho voluto restare fedele alle tappe descritte da Goethe nel suo “Viaggio in Italia” e alle variazioni che apportò all’itinerario che aveva così meticolosamente organizzato prima ancora che iniziasse il viaggio, ma di cui si pentì successivamente di averle fatte. Infatti ricordo che non visitò Erice, Trapani, Marsala, Mazzara del Vallo, Siracusa e Ragusa. Proprio per questo motivo, quasi a conclusione del libro ho deciso di inserire anche le due tappe immaginarie di Ragusa e di Siracusa, e, sempre per la stessa ragione, nel secondo libro, che è già in cantiere, sto già trattando le altre tappe che Goethe avrebbe voluto effettuare ed, insieme ad esse, anche tutti gli altri comuni siciliani al fine di aggiustare post litteram ciò che Goethe, se avesse avuto più tempo, avrebbe di certo fatto e scritto”

In apertura citi un passaggio di Goethe, ‘la Sicilia è l’inizio di tutto’. Lui spiega ovviamente anche la motivazione dell’affermazione. Naturalmente anche tu sarai d’accordo immagino

“Goethe scriveva: “ Italien ohne Sizilien macht gar kein Bild in der Seele. Hier ist der Schlüssel  zu allem”, ovvero che “ l’Italia senza la Sicilia, non lascia nell’animo immagine alcuna. Qui si trova la chiave di tutto”.   Ben conoscendo l’autore credo che con questa sua frase non volesse sminuire la bellezza dell’Italia, ma al contrario, volesse intendere che per meglio conoscere la nostra stupenda nazione che, per arte, storia, cultura, paesaggi, gastronomia, enologia e folklore, è certamente la più importante al mondo, si dovesse necessariamente iniziare a farlo dalla Sicilia, dalla sua preistoria, dal suo ellenismo, dalla sua romanità, elementi tutti che a 360 gradi avvolgevano la Trinacria allora e che, tutt’oggi, non l’hanno mai abbandonata. Quindi per fare un parallelismo con la matematica, non si può pretendere di sviluppare un’equazione senza aver studiato le espressioni algebriche

Qual è la vera natura della Sicilia e a cosa si trova di fronte il viaggiatore?

“A questa domanda voglio risponderti prendendo in prestito le parole di Goethe stesso: “La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita

Oggi volendo intraprendere un altro viaggio simile, quali tappe affronteresti?

Come ho già precisato, “ Viaggio in Sicilia” è un libro che per mia scelta ma anche per sua natura è in continua evoluzione. Mi piacerebbe fare la stessa cosa anche per tutte le altre tappe italiane, rendendo omaggio alla mia seconda regione a cui solo legato ed affezionato, l’Emilia Romagna, pertanto prima o poi aspettati un “Viaggio in Emilia”.

Chi ti ha regalato maggiori soddisfazioni all’uscita del libro?

Gli interlocutori che mi hanno dato maggiori soddisfazioni sono i miei amici e conoscenti, i miei followers su Facebook che mi seguono quotidianamente, una casa editrice (la Ctl editore di Livorno) che ha creduto in questo mio progetto, gli Enti Pubblici e i Comuni siciliani con le loro lettere di encomio e con i loro patrocini, la stampa ed emittenti radiofoniche e tv siciliane, la stampa straniera infatti con un bellissimo articolo di qualche giorno fa Kristin Swain del Sun (Florida) con un bellissimo articolo ha recensito “Viaggio in Sicilia” e in ultimo, ma non per ordine di importanza, una bravissima giornalista di nome Patrizia Santini che mi ha onorato con questa intervista che a livello locale rappresenta per me il mio primo e vero esordio”

Troppo gentile, ma ti ringrazio per la considerazione che hai dimostrato nei miei riguardi. Tornando però al ‘viaggio’, cos’è per te?

Per me il viaggio è un’esperienza introspettiva che personalmente chiamo vita e non inizia nel momento in cui partiamo e non si conclude nel momento in cui abbiamo raggiunto la meta, in realtà inizia molto prima e non si conclude mai. A tal proposito concordo con Herry Miller il quale scriveva che ognuno di noi ha una propria destinazione che non coincide mai con un luogo ma, semplicemente, con un nuovo modo di vedere le cose”

Di tutti i luoghi da te descritti o ridescritti quale ami di più?

Sono fiducioso di aver raggiunto l’intento di creare un empatico coinvolgimento, una vera e propria simbiosi tra libro e lettore, con la speranza di essere riuscito a far vivere il suddetto Tour, facendone respirare i profumi, le fragranze e trasmettendone i suoni, la musica, lo stupore e le sensazioni, così come fosse un viaggio intrapreso e vissuto in maniera personale dal lettore stesso.

Da parte mia è doveroso precisare che, al di là delle tappe e dei luoghi visitati, l’opera è di pura invenzione, così come lo sono anche alcuni dei personaggi, molte vicissitudini, rari innamoramenti e tutte le emozioni sperimentate.

“Viaggio in Sicilia” non è soltanto il mio personale ringraziamento ad un grande del letteratura mondiale che con grazia, eleganza ed obiettività storica ha saputo raccontare l’unicità della Trinacria, ma , al contempo, intende rappresentare l’omaggio alla mia Terra Natia e l’esortazione ai miei conterranei affinché possano farla tornare a brillare con la stessa intensità con cui ha brillato per millenni, ma soprattutto affinché non dimentichino mai che la Nostra Terra “…è la chiave di tutto”.”

 A questo punto perciò non ci resta che attendere il proseguo del viaggio per poter ammirare, seppur in molti casi, da lontano, una terra che, come ha sottolineato Antonello, basta vederla una sola volta, per non scordarla più.